— 34 — e contro la Serbia ; e viceversa l’intervento dell’ Italia nella guerra antigermanica è stato considerato come poco meno che una sventura nazionale da certi frenetici nazionalisti jugoslavi. Ma queste malattie psicologiche sono facilmente curabili, purché fra Italiani e Slavi — sfidando le arroganze dei nazionalismi dell’uno e dell’altro paese — si formi una corrente di buon senso, che eviti agli uni e agli altri i danni presenti e i pericoli futuri di un dissidio forsennato ; purché gli uomini responsabili del Governo italiano e del Governo serbo, pur compiendo scrupolosamente il dovere di tutelare i diritti legittimi delle rispettive nazioni, si rendano conto che essi rappresentano gl’ interessi permanenti di 36 milioni d’Italiani e di 11 milioni di Slavi, che non devono essere subordinati ai sentimenti e ai risentimenti di quel solo milione di Italiani e Slavi che finora si flagellavano sull’Adriatico. Le basi generali dell’accordo sono state indicate fino dal 1871 da Giuseppe Mazzini: «Il vero obbiettivo della vita internazionale dell’Italia, la via più diretta alla sua futura grandezza, sta più in alto, là dove si agita sin oggi il più vitale problema europeo : nella fratellanza col vasto elemento chiamato a infondere nuovi spiriti nella comunione delle Nazioni o a perturbarle, se lasciato da una improvvida diffidenza a sviarsi, di lunghe guerre e di gravi pericoli : nell’alleanza con la famiglia slava. L confini orientali d’ Italia erano segnati fin da quando Dante scriveva : ... a Pota dentro del Quarnaro, CW Italia chiude e i suoi termini bagna. « L’ Isttia è nostra. Ma da Fiume, lungo la spenda orientale deirAdriatico, sino al fiume Boiano sui confini dell’Alba-nia, scende una zona nella quale, tra le reliquie delle nostre