— VI — stione polacca pei- l’irreducibilità di quella stirpe generosa che vedrà certo un giorno — ne abbiamo fede più che nella nostra stessa vita — uscire dai santuari le sue aquile prigioniere ; — dell’affacciarsi alla vita di nuovi popoli in seno, all’ impero russo, che solo con la federazione delle nazionalità ad esso soggette potrà superare la crisi che lo sconvolge ; — non può sfuggire anche ad occhio inesperto il crescente risentimento fra gl’ italiani per le condizioni fatte ai fratelli irredenti : il moto larghissimo tra i Serbi dell’Austria per unirsi alla patria ; l’improvviso risveglio tra i Rumeni della Transilvania e Bucovina ; sintomi che dovrebbero ben guidarci nella formazione delle alleanze ». Semplificata dalla trasformazione politica russa, la lotta delle democrazie europee oggi s’appunta contro l’imperialismo germanico, sostenitore in Russia fino a ieri del sistema tzaristico, nell’ impero danubiano dell’egemonia tedesco-magiara, nell’ impero ottomano del predominio turco. Esso non potrà essere debellato neppure con una grandiosa vittoria militare, se non gli si sottrae la forza, sì accortamente irregimentata a sua difesa, di quei popoli, o frammenti di popoli, che nella grande rivoluzione mondiale hanno riacquistato la certezza del loro fato, e che tendono o all’ indipendenza o a riunirsi ai loro tronchi principali : — liberazione, quindi, dei polacchi della Posnania, dei Danesi dello Sleswig, dei Francesi dell’Alsazia-Lorena, la rivendicazione dall’egemonia militare turca dei popoli che ancor non sono giunti a spezzarne le catene, e lo smembramento della monarchia absburghese, —sono quindi le basi indispensabili di quel nuovo assetto eu-