— 242 — strovic della Dalmazia, che si presentò all’ultima esposizione di Roma, con grande sorpresa dei circoli ufficiali, nel padiglione della Serbia. Altro esempio ci è dato dalla propaganda dell’ekav-stina. Nella lingua degli Slavi del sud vi è questa breve differenza tra l’est e l’ovest : a Belgrado si parla IV puro (1ekavstina) e si dice ad esempio lepo (bello) ; in Bosnia, in Erzegovina in Dalmazia, coll’ijV (jekavstina), e si dice lijepo ; in alcune parti della Croazia e della Dalmazia con con la sola i (ikavstina), e si dice lipo. I giovani dell’ovest sopprimono questa divisione e unificano la lingua, usando da per tutto Yekavstina perchè essa è di Belgrado. Lo strano, silenzioso movimento merita di essere osservato con attenzione, sopratutto perchè — seguendolo nelle sue fasi — dal trialismo ci conduce alla concezione politica del panserbismo e dell’ irredentismo serbo. Fino a non molto tempo addietro, fu la Croazia, pancroata, che credette di avere la missione di attirare a sè tutti i Croati e i Serbi. Ora è la Serbia, panserba, che si attira l’animo di tutti i Serbi e di tutti i Croati. E non è da trascurare, fra l’altro, l’azione del piccolo glorioso Montenegro, il cui Governo nel programma del febbraio di quest’anno (1914), dopo di aver rilevato la necessità della piena intesa colla Serbia, concludeva dicendo che bisognava operare anche per tutti i Serbi e per i Croati, viventi all’ infuori degli attuali confini del Regno. A. D’Ai.ia. Console italiano a Zara nel 1914. (La Dalmazia e le regioni limitrofe, Bologna, Zanichelli, 1914, pag. 113-139)-