— 6i — «Appigli a mettere fuori delle interpretazioni bicipiti, e modi di arruffare razze, provenienze, lingue, confondendo monti e fiumi, concetti strategici e rivendicazioni politiche e scientifiche, non ne mancano ai cavillatori. Le catene, i ìinter-zamenti, le rughe, le ondulazioni, le propaggini, i contrafforti più molteplici e tumultuati, sono tanti ibis redibit del suolo, cui fanno riscontro quelli delle acque misteriose e bizzarre ». Ebbene, nella propaganda nazionalista diretta a invocare la conquista della Liburnia, questa regione non è più quell’ ibis redibis geografico che è sempre stato per gli studiosi seri. Non solamente tutte le oneste cautele e le riserve, con cui il Marinelli e il Porena circondavano le loro teorie orografiche, sono ignorate, e quelle teorie diventano l’ultima portata indiscutibile della scienza moderna, ma una divisione meramente fisica si trasforma senza giustificazioni di sorta in una teoria altamente politica. Ed è così che un confine.... didattico diventa base fondamentale di un programma di guerra, e necessità di vita o di morte per l’Italia : che è minacciata dalle più grandi sciagure, se non conquista quel confine.... naturale ! Lasciamo, dunque, da parte il confine così detto naturale, ed esaminiamo il problema politico della Liburnia nei suoi elementi politici. I quali possono consistere : a) nella tradizione storica ; b) nella composizione etnica della regione ; c) nelle ragioni della difesa militare ; d) nelle ragioni economiche. La tradizione storica, o il «diritto storico», come suol dirsi con quella deplorevole confusione di concetti, che i Tedeschi e i loro pappagalli hanno introdotto in questi argomenti, non dà nei problemi di confinatone nazionale