E l’Anonimo dalmata autore del volume VAdriatico stampato dal Treves nel 1914, pag. 340-361-362, conferma anche lui : « L’idea nazionale ha fatto grandi progressi fra questi popoli. Già le diffeienze fra Serbia e Montenegro, i due Stati nazionalmente del tutto omogenei, sono ridotte alla soluzione del problema dinastico ; e gii attriti, in patte artificiati, fino a qualche lustro, fra Seibi e Croati sono, per effetto dell’entusiasmo guerresco [del 1912-1913] quasi scomparsi. La maggior coltura ha fatto vedere anche ai Serbi l’avvenire da un punto di vista più elevato, ed anche fra loro l'idea religiosa ha ceduto, il passo ali’ idea del bene della Nazione. Dopo tante benemerenze spese dall’Austria per istillare agli Sloveni e ai Croati il sentimento di una individualità nazionale e religiosa differente dai Serbi, bastò il fragore delle aimi balcaniche, perchè il loro nazionalismo assumesse d’un tratto quel grado d’intensità, che a proposito degl’ Italiani si usa indicare con la parola irredentismo ». E il console D’Alia, nel volume La Dalmazia, pag. 34 : « Tanto la Croazia quanto la Slavonia sono abitate da Croati e da Serbi, e nessuna frontiera naturale si può dire che le separi attualmente dai loro fratelli bosniaci. I Serbi e i Croati foimano oimai tutta una massa compatta di gente di nazionalità serbo-croata n. Si mena gran rumore nella nostra stampa nazionalista pel fatto che nella presente guerra, a combattere contro la Serbia i reggimenti croati sieno non meno accaniti dei Tedeschi e dei Magiari. Ma qualche sergente italofono e italofobo accanitissimo non manca, di tanto in tanto, di essere fatto prigioniero anche sul fronte italiano ; Battisti fu riconosciuto e denunciato da un italiano ; la grande