— 139 — stione balcanica. Pare, anzi, di leggere uno di quei rapporti segreti, che gli agenti austriaci facevano fra il 1814 e il 1848 al Governo di Vienna per spiegare in che modo l’A’.t-stria dovesse utilizzare le gelosie e i pregiudizi regionali, e gli interessi delle oligarchie locali, e i dissidi fra le classi, per mantenere l’Italia divisa e serva. Se questo programma venisse accolto dal Governo italiano, noi dovremmo sostenere nelle trattative di pace la necessità di tenere in piedi un’Austria-Ungheria-Slovenia-Croazia, a cui si dovrebbe magari lasciare la Bosnia fino al Narenta, e dovremmo dividerci coi Tedeschi e coi Magiari i territori Sud-Slavi, chiedendo come nostra tangente la Venezia Giulia e la Dalmazia. Dopo di che, l’Austria, salvata dalla nostra cecità, si volgerebbe contro di noi, in un odio feroce, compatto, in cui tutti i suoi popoli sarebbero solidali : e in prima linea gli Slavi di tutti i partiti e di tutte le confessioni religiose ! Perchè questo è il viluppo di contraddizioni e di spropositi, a cui siamo convitati : che mentre l’odio antiitaliano è stato sempre intenso nei partiti austriacanti clericali ^e serbofobi della Croazia, della Bosnia e della Dalmazia marittima (25), e fra Italiani e Serbi della Dalmazia interna e della Bosnia e della Serbia non c’ è stato mai motivo di attrito o di rancore, — 1’ Italia dovrebbe salvare i partiti austriacanti clericali e serbofobi della Croazia, e magari della Bosnia, dal disastro a cui andrebbero incontro essendo incorporati con la Serbia ; dovrebbe mettersi contro a tutti i partiti nazionali serbo-croati, tanto dei paesi cattolici, quanto dei paesi ortodossi : dovrebbe cioè continuare a essere odiata dagli austriacanti, e farsi odiare per giunta dagli antiaustriacanti ; dovrebbe spingere la Serbia verso