~ 283 — il 28,64 % a Trieste, il 17,88 % a quelli istriani, e il 0,84 l/2 ai Friulani. Ma queste cifre non hanno nessun altro significato, se non quello di dimostrare la grande importanza che aveva la navigazione per la Dalmazia sotto il regime austro-ungarico : poiché, essendo essa priva di ferrovie che la collegassero al retroterra, e scarsa anche di quelle che allacciassero fra loro le sue diverse parti, le linee di navigazione dalmate assumevano prevalentemente il carattere interno, che negli altri paesi hanno le ferrovie. Così essa è stata costretta a sopperire, oltre che agli approvvigionamenti ordinari, a tutti i bisogni di un paese moderno e civile, mediante la navigazione ; e poiché, tali bisogni si risolvono in frequenti e rapide comunicazioni, e la rapidità è in rapporto diretto con le dimensioni dei piroscafi, l’Austria ha dovuto, oltre che istituire molte linee di navigazione di servizio interno, dotare anche tali linee di grandi piroscafi, che ingrossano con i loro forti tonnellaggi in modo superlativo le cifre del movimento di navigazione della Dalmazia. Inoltre, la massima parte delle navi ingrossano col loro tonnellaggio la cifra del movimento marittimo della Dalmazia, non una sola volta per ogni viaggio, ma tante volte quanti sono i porti che esse toccano lungo la Dalmazia stessa ; mentre nella cifra di Trieste le navi entrano una volta soltanto per ogni viaggio. In altri termini, quella cifra complessiva del movimento di navigazione dei porti dalmati è un po’ come gli eserciti sui teatri, formati da quelle trenta o quaranta comparse, che entrano ed escono successivamente dalle quinte sul palcoscenico. L’argomento, dunque, che i porti dalmati rappresentino