- 99 - a tale sistematica oppressione, i diritti nazionali e costituzio-rali, accelerando pertanto il momento in cui la Dalmazia avrà da sciogliere il voto della unione con tutto il Regno di Croazia, rinnovellato e rinsaldato con l’indipendenza di Stato, con la libertà costituzionale e con l’equiparazione di tutti i propri tìgli ». Degli tmdici deputati dalmati alla Camera di Vienna, quattro soli appartenevano nel 1914 al «partito del diritto» del dottor Franck : gli altri sette erano Serbi e Croati della « coalizione » a tendenze irredentiste e serbofile. Di essi, allo scoppio della guerra, tre furono internati, Bian-kini, Vukotic, Baljak ; tre furono incarcerati, Smodlaka, Tresic, Cingrija (38). IV. — I « diritti » dell’ Italia nella Dalmazia. Se gl’ Italiani di Dalmazia non erano irredentisti, era naturale che fino a questi ultimi anni neanche in Italia ci fosse 1’ idea di conquistare la Dalmazia. Nel proclama della guerra del 1866, Vittorio Emanuele II distingueva fra la conquista della «Venezia e paesi annessi», a cui si accingeva l’Italia, e una eventuale spedizione in Dalmazia. E in vista di questa spedizione, la ufficiosa Perseveranza spiegava nel numero del 4 maggio 1866, che l’Italia «vuole i suoi naturali confini, vuole le pro-vincie che le vennero rapite, le vuol tutte dal Brennero al Ouarnero; ma le aspirazioni non vanno più oltre. Potrà darsi che le necessità della guerra esigano una più o meno lunga occupazione militare di qualche punto della costa adria-