della penisola balcanica sta in ciò, che la Russia rappresenta, di fronte all'ostilità dell’Europa le aspirazioni di que’popoli all’acquisto o al complemento della loro indipendenza, alla formazione di uno Stato capace di vivere cci propri organi. Soddisfatte queste aspirazioni, sparisce per necessità quella rappresentanza ufficiale degli interessi grandi e piccoli, politici e privati delle popolazioni slave, assunta e tanto abilmente sfruttata dalla Russia ; si dileguano i comitati nazionali o rivoluzionari che dir si vogliano, i quali ricevono la parola d’ordine dalla Russia ; perdono il loro carattere di dimostrazioni politiche, e con esso quasi tutta la loro importanza, i doni in denari e in natura, coi quali il Governo e il popolo russo mantengono una continua corrente di simpatie fra i due rami della famiglia slava. Insomma la Russia si trova in linea cogli altri paesi d’ Europa, e al medesimo titolo di loro nella gara d'influenza che si aprirà di fronte ad una Nazione nuova non solo alla vita politica, ma anche economica e intellettuale, e prenderà nella gara il posto che le assegneranno le sue forze economiche, intellettuali e morali, un posto molto secondario malgrado le condizioni eccezionalmente favorevoli colle quali entra in lotta : il linguaggio cioè quasi comune e le memorie dei benefizi passati. Invero, il primo da sè solo serve ben poco, e non è utile se non in quanto rende più facile e più rapida l'esportazione delle idee, delle capacità intellettuali e dei capitali ; e in quanto alla seconda, è più atta a nuocere che a giovare al benefattore. Basti a dimostrarlo il protettorato indiscreto e un poco prepotente che la Francia ha preteso esercitare in Italia nel primo decennio dell’ indipendenza, ed i sentimenti che ha eccitato nella giovile generazione italiana». (La politica eitera e le elezioni inglesi, Barbera, 1880). Osservazioni analoghe nell’ANONiMO Dalmata, L'Adriatico, pag. 279, 354, scrittore non certo suggestionato da preconcetti slavofili. (13) La Stampa dell' 8 ottobre 1916 pubblicava la seguente corrispondenza da Lugano : « I Jugo-Slavi di Ginevra, che in gran parte rispecchiano le idee dei Jugo-Slavi che per il mondo conducono una campagna anti-italiana, hanno così esposto la loro opinione sulla situazione : * La guerra attuale ha dimo-