- «5 - massa amorfa e incosciente di popolazioni più o meno selvagge, prive di sentimento nazionale, è certo che il problema dell’amministrazione della Dalmazia per opera del-1’ elemento italiano, sostenuto dalle forze dell’ intera nazione italiana, non presenterebbe difficoltà maggiori di quelle che presenta l’amministrazione di una qualunque colonia europea in Africa o in Asia. Ma la popolazione slava della Dalmazia non è una massa amorfa e nazionalmente inerte. Essa ha una sua classe dirigente, le sue scuole, i suoi giornali, le sue organizzazioni politiche ed economiche ; amministrava, prima della guerra, la Dieta provinciale e tutti i comuni della regione, meno quello di Zara. L’ Ascoli, osservando nel 1895 che nei ginnasi classici della Dalmazia gli studenti italiani erano 155 e gli slavi 525, e nelle scuole reali, corrispondenti alle nostre scuole tecniche ed istituti tecnici, gli studenti italiani erano 50, e gli slavi 128, conchiudeva giustamente che «gl’italiani rappresentano ancora in Dalmazia poco meno della quarta parte della coltura paesana » (Nuova Antologia, i° luglio 1895, pag. 43). E il fatto che gl’ Italiani pagano in Dalmazia il 30 % della imposta fondiaria, conferma il calcolo dell’Ascoli : essendo infatti parecchi italiani fra i maggiori proprietari, si deve ritenere che a una partita catastale italiana corrispondano spesso parecchie partite di piccolo possesso slavo, e perciò al 30 % di imposta fondiaria deve corrispondere all’ ingrosso il 25 % dalla classe proprietaria. Dunque, i tre quarti della classe proprietaria della Dalmazia sono di lingua serbo-croata : ed è priva di qualsiasi base l’affermazione che in Dalmazia vi sono, « oltre 60.000