— 196 — della Bosnia, nè l’Italia vorrebbe essere minacciata da una linea di quel genere nei suoi possessi costieri di terra ferma. Ed è caratteristico che — mentre si riconosce la grande importanza per gl’ interessi italiani delle ferrovie trasversali danubiane-adriatiche in opposizione alla ferrovia longitudinale dalla Germania all’ Egeo, — la sola ferrovia, che trovi fino da ora opposizione col pretesto delle difficoltà tecniche, è la ferrovia trasversale dal Danubio a Spalato ! Quando si afferma che la Bosnia geograficamente è paese balcanico e la Dalmazia è paese adriatico, e che perciò la Dalmazia deve essere politicamente staccata dalla Bosnia e unita all’ Italia, si commette bensì un errore ideologico, — quello di far pronunciare alla geografica fisica sentenze politiche che non le spettano —, ma al di sotto di quest’errore c’ è un interesse economico : si vuole tenere divisa ferroviariamente la Dalmazia dalla Bosnia, affinchè il commercio bosniaco e parte di quello ungherese non prenda la via trasversale Danubio-Spalato, ma continui ad essere costretto a sviarsi verso Fiume. Le stesse ragioni strategiche, con cui è stato facile impressionare tanta gente di buona fede, funzionano solamente rispetto alla Dalmazia settentrionale e centrale, la cui importanza strategica è quasi nulla quando Pola e qualche punto d’appoggio nelle isole foranee appartengano all’ Italia, ma in cui il porto di Spalato può acquistare importanza commerdiale a danno di Fiume : e viceversa vengono dimenticate per la Dalmazia meridionale, dove Cattaro ha veramente grande importanza militare. E anche le ragioni nazionali si fermano allo sbocco del Narenta ; perchè una ferrovia che sboccasse a sud di questo punto, non da-