— 291 — Ma se sono vere le osservazioni raccolte in questo volume, ne consegue che la Convenzione di Londra è suscettibile di notevoli perfezionamenti, anche nelF interesse dell’ Italia. Essa infatti pecca dal punto di vista italiano per difetto : poiché abbandona in territorio slavo, senza garen-zie internazionali di libertà culturali e di eguaglianza giuridica, il nucleo italiano di Fiume e gli italiani sparsi nella Dalmazia centrale e meridionale. Inoltre, mentre lascia, e giustamente, agli Slavi i due sbocchi commerciali, di Fiume e di Spalato, che sono indispensabili alla vita economica della Croazia e della Bosnia e della Serbia, non garentisce il porto di Trieste contro una concorrenza che possa fargli mediante artificiose tariffe di penetrazione il sistema ferroviario che fa capo al porto di Fiume. D’altra parte la convenzione dell’aprile 1915 pecca per eccesso, in quanto fa occupare all’ Italia i distretti di Zara e di Sebenico, i quali all’ infuori della città di Zara sono abitati nella enorme maggioranza da una popolazione slava, che noi dovremmo tenerci soggetta con la forza, contro la sua volontà; lascia all’ Italia quasi tutte le isole dalmate, fra le quali solamente alcune isole foranee sono veramente necessarie alla sicurezza delle coste italiane ; lascia all’Italia, sui margini orientali della Venezia Giulia, alcuni distretti compattamente slavi, che possono essere senza alcun nostro danno lasciati gravitare liberamente verso i territori consanguinei. Ecco dei punti, su cui 1’ Italia può fare larghe concessioni, chiedendo in compenso concessioni sui punti, in cui il compromesso del 1915 è difettoso a nostro svantaggio. Se si arriverà ad un accordo, contenti tutti. Se l’accordo