al Villari, pubblicato da tutti i giornali, salutare nel Villari colui, che « ha riaffermata l’italianità di tutte le terre irredente, dal Trentino alla Dalmazia t. (33) Villari, Discussioni critiche, pag. 331 ; Anonimo Dalmata, L’Adriatico, pag. 275, 283-4, 334 ; D'Alia, La Dalmazia, pag. 83 e seg. — A. Dudan, uno dei più attivi propagandisti della conquista italiana della Dalmazia, così descrive 10 stato attuale della Dalmazia, nella Rassegna contemporanea del 1914, voi. Ili, pag. 385-386: «Ma i diritti politici li hanno oggidì anche i nuovi venuti, anche i contadini ; e la loro sorte e il territorio non si vollero staccare da quelli della città nemmeno lì ove ciò sarebbe Sitato possibilissimo ed ovvio per evitare i conflitti nazionali, che dilaniano ancor sempie la provincia. Così avvenne — e lo si volle nelle alte sfere austriache — che in soli tre decenni, dal 1860 ai 1890, il contado slavo soffocò le città italiane di Dalmazia ; ai contadini slavi dei sobborghi di contado, a quelli immigrati nelle città, nella lotta contro i padroni legittimi autoctoni degli antichi municipi romani latini e veneziani, purtroppo si unirono, anzi sovente si misero a capo, moltissimi italiani di antica origine, che seguirono — inconsapevoli spesso delle gravi conseguenze — la marea croata. Restarono coraggiosi nuclei di coscienti e nobili lottatori, continuatori dell’antica idea municipsle latina e italiana, continuatori dell’elemento aborigeno italiano : restò Zara.... Zara, sola delle città dalmate, resiste : è rimasto municipio italiano, forse anche in grazia alla sua felice posizione geografica, su una stietta lingua di terra cirdondata da tre lati dal mare, con il solo quarto breve lato aperto verso 11 minaccioso contado slavo ». — È una descrizione esatta del presente stato di cose, ed è alla sua volta un documento della psicologia del partito italiano per il mal dissimulato rammarico che anche i contadini godano dei dirit+i politici, e per la teoria storico-giuridica che gli « aborigeni » deila Dalmazia sieno «italiani», e perciò abbiano il diritto di dominare sui «nuovi venuti». -— La veiità storica è che gli aborigeni deila Dalmazia non fuiono nè italiani, nè veneziani, nè slavi, nè romani, nè greci: fuiono «illirici», della