— 186 — però nella sua parte maggiore e più ricca rientra nella zona d’influenza del Tirreno, il quale non manca di spingere la sua concorrenza all’Adriatico anche nel resto della valle. Ad oriente le Alpi albanesi incominciano già nella parte meridionale a limitare ad una sottile striscia montuosa P hinterland dell’Adriatico, tanto che la sfera d’influenza del profondo golfo di Salonicco si spinge non solo alla Macedonia e alla Vecchia Serbia, ma perfino in molta parte della stessa Albania. Poi al misero Montenegro, che coi suoi ripidi e sassosi monti strapiomba direttamente sul mare, fa seguito la sottile fascia calcarea della Dalmazia, rinserrata fra il mare e la montuosa Bosnia, la quale, anche dopo che sia costruita la linea di Spalato, invierà sempre una parte delle sue merci per le vie del Danubio. Al nord i poveri rialti della Croazia, del Carso e della Carniola, ad immediato contatto col mare, arrecano ben piccolo contributo anch’essi al traffico adriatico. Qui però sboccano nell’Adriatico grosse correnti di traffici provenienti dalle più ricche e industriose terre, che stanno alle spalle del retroterra immediato : anzi da questo deriva all’Adriatico il maggiore afflusso commerciale. Nel movimento ferroviario complessivo di Trieste con l’Austria, la Carniola e il Litorale entrano appena per il 31 %; e il movimento ferroviario di Fiume spettante alla Croazia non può non essere assai minore di quello del-1’ Ungheria. Questi afflussi commerciali delle più ricche e industriose terre interne, pur costituendo la corrente principale del traffico adriatico, rappresentano tuttavia una misera cosa di fronte al movimento di altri mari. La sfera d’influenza