— 266 — lometri per chiudere la via verso la regione del Piuca e della Palude Lugea ; un terzo vallo, il massimo, che su una linea di molte decine di chilometri, difendeva tutte le principali vie d’accesso all’ Italia, al quale se ne connetteva un altro che per sei chilometri difendeva la via che da Lubiana scendeva a Fiume ; finalmente, un vallo più orientale, lungo circa trenta chilometri, che dalla valle del Kulpa costeggiava ad Oriente il Monte Nevoso e finiva anch’esso a Fiume. E si conclude : « Questo è il confine militare d’ Italia designato da Roma con somma sapienza. Dopo averlo descritto è necessario domandarsi se Roma nel tempo posteriore ad Augusto, pur restando indicato nella letteratura antica, in quella umanistica e nella moderna istriana, scritta un po’ forse con « mente provinciale », l’Arsa come confine politico d’ Italia, non abbia invece trasportato i fines Italica politico-amministrativi al fiume Tarsia, Fiumara, ed al Monte Albio, Monte Nevoso. Una prova notevolissima per rispondere affermativamente a questa domanda, è un passo di Plinio : dice lo scrittore che popoli abitatori della decima regio Italia, oltre ai Veneti, ai Carni e agli Histri, erano i Japudes e i Liburni : orbene, questi Giapodi non possono essere altri che quelli che Stra-bone diceva abitare intorno al Monte Nevoso, ed i Liburni non possono essere altri da quelli della moderna Fiume.... Di indiscutibile significato per la tesi italiana è inoltre il fatto che alla Fiumara, cioè al principio del vallo italico, si sono sempre divisi 1’ Impero d’Oriente da quello d’Occidente » (i). Non sarà, a questo proposito, inopportuno osservare quanto segue. I. Un confine fortificato militarmente fra Impero romano d’Oriente e Impero romano d’Occidente non c1 è mai stato. — Quando alla morte di Teodosio, 396 d. C., la divisione avvenne, si trattò, non di una divisione politica, ma del-