— í?9 — sare in proverbio fra loro la nostra malafede. Eglino dicono per somma ingiuria egualmente passia-tiro e lazmanzka-vito, fede di cane e fede d'italiano» (18). F. non appena nel 1797 venne meno il Governo veneto, l’odio del contadino si manifestò in jacqueries analoghe quelle che si ebbero allora in tante altre parti d’ Europa (19). Si trattava, però, di stati d’animo non illuminati da nessuna coscienza politica, e di movimenti incomposti non inquadrati in nessuna organizzazione stabile. Dopo la tempesta napoleonica, gl’ Italiani, che formavano la classe colta, furono utilizzati dal Governo austriaco nelle amministrazioni comunali e dietali ; formarono, con l’Istria e col Trentino, il serbatoio di tutta la media e bassa burocrazia di lingua italiana, di cui il Governo austriaco aveva bisogno per l’amministrazione del Lombardo-Veneto, mentre italiani del Lombardo-Veneto erano inviati a costituire la burocrazia governativa in Dalmazia. Italiana era la lingua delFamministrazione e della coltura, come al tempo del dominio veneto (20) ; ma la massa degl’ italofoni indigeni non si sentiva nazionalmente italiana (21). Così noi vediamo che nel 1865 i 175 alunni della scuola classica di Spalato si dichiarano tutti croati o serbi, nonostante che la lingua d’insegnamento sia l’italiano ; a Zara, invece, che è il centro della burocrazia governativa importata dal Lombardo-Veneto, la scuola classica, in cui la lingua d’insegnamento è, al solito, l’italiana, è frequentata da 151 italiani, cioè appartenenti a famiglie, che conservano il ricordo della recente origine transmarina, e da 85 croati o serbi, cioè italofoni indigeni (22). A mezzo il secolo XIX, nessun uomo, che non volesse andare contro ogni dato della realtà, avrebbe osato pen-