— VII — ropeo, di cui si sono fatti banditori i Governi del-1’ Intesa. Di questo programma, che ad alcuni potrà sembrare presuntuoso, ma che indubbiamente bisognerà prima o poi realizzare, se è vero che « l’ordinamento delle Nazionalità non è solamente applicazione logica della nostra fede nella libertà, ma è pure il grado necessario a raggiungere l’Associazione, la costituzione dello strumento col quale una immensa somma di forze morali intellettuali, economiche, oggi sperduta o sviata in una lotta continua inevitabile contro un ordinamento arbitrario e il mal governo che ne conseguita, potrà cooperare al miglioramento dell’ intera famiglia umana e all’incremento della ricchezza comune» (Mazzini). Di questo programma, l’ultima parte, cioè lo smembramento della monarchia danubiana, è quello che più d’avvicino ci interessa. Noi non possiamo ammettere che gli scopi morali e politici della nostra guerra saranno raggiunti senza la liberazione di tutti i Latini e di tutti gli Slavi della monarchia, senza spegnere per sempre nel cuore dell’Europa quel focolare di discordia di razze e di popoli, a cui gl’ Italiani, i Boemi, gli Slavi meridionali e i Rumeni devono le pagine più tristi e più sanguinanti del loro martirio. Questa fede, a cui in certe ore sembravano convertite tutte le democrazie europee, ha subito periodi d’intorbidamento, d’eclissi. — Emissaii di forti organizzazioni bancarie interessate alla conservazione dell’ Impero absburghese, pacifisti per malato senso umanitario risoluti a troncar subito, ad ogni costo, l’immensa