- 7* — « il concreto — riconosce uno dei propagandisti della conquista — nella questione di Fi rime, è che se il suo territorio non pare imprescindibilmente necessario per la difesa dei confini orientali d’ Italia, poiché il primo arco delle Giulie, che scende al Quarnaro col Monte Maggiore, sarebbe frontiera strategica non cattiva ; se, ancora, per la supremazia militare dell’Adriatico, chi possiede Pola, l’arcipelago dalmata e Vallona, non ha assoluto bisogno del golfo di Fiume ; — il problema economico dell’Adriatico non si risolve che con l’occupazione italiana di Fiume : perchè Trieste conserva il suo grande valore economico soltanto finché appartenga allo Stato che possiede Fiume» (17). Trieste e Fiume sono quasi equidistanti, tanto da Vienna quanto da Budapest. Finora fra Trieste e Fiume, cioè fra il Governo austriaco, che dominava a Trieste, e il Governo ungherese, che dominava a Fiume, si era determinato un insieme di compromessi portuali e ferroviari, in conseguenza dei quali Fiume serviva prevalentemente 1’ Ungheria e la Croazia, e Trieste serviva i paesi austriaci propriamente detti, non senza disputare a Fiume una parte dello stesso commercio ungherese, grazie alla migliore posizione del suo porto rispetto al bassopiano padano e ai paesi .retrostanti, e grazie ai difetti che la linea Fiume-Budapest presenta in confronto della linea Trieste-Budapest. Quest’equilibrio economico si teme dai triestini che venga alterato, con danno di Trieste, dal nuovo Stato serbo-croato-sloveno, padrone di Fiume. La Jugoslavia, infatti, quando si trovi a dominare politicamente, non solo sul porto di Fiume, ma anche il retroterra naturale immediato del porto di Trieste, cioè la Slovenia, potrebbe creare agevolmente un sistema di tariffe ferroviarie tale, da con-