Noie all’Appendice Seconda. (1) Tamaro, L’Adriatico Golfo d’Italia, Milano, Treves, 1915, pag. 7-10. Questo lavoro ha servito di fonte a tutte le notizie che sono state messe in circolazione sul limes ita-licus. Ad esso ha attinto le notizie classiche anche il generale Perrucchetti nel comporre l’articolo, pubblicato nel Giornale d'Italia del i° sett. 1916, su Le porte d’Italia. Alle notizie del Tamaro, il Perrucchetti aggiunge di nuovo, attingendo non sappiamo a quale fonte, che « quando i Romani sentirono che l’Adriatico non poteva essere lasciato in balla di altri, inclusero Fiume nelle linee fortificate a diretta difesa d’Italia ; assicurando con questo alla loro flotta, l’estuario (!) del Quarnaro e la protezione dell’ Istria e della base marittima di Pola ». Ma si tratta, anche qui, di notizie infondate. Pola non fu mai base marittima per i Romani : nell’Adriatico Roma ebbe le sole basi navali di Brundusium, Ravenna, Aqui-leia. La nessuna importanza marittima data dai Romani alla posizione di Fiume, risulta dal fatto che il fondo del Quarnaro fu l’ultimo punto della costa adriatica, che essi abbiano pensato a occupare estendendosi dal Sud al Nord ; e il capoluogo della Liburnia, dell’Arsa al Titius (Kerka), era a Scar-dona, cioè all’estremo confine meridionale della regione ; quando occuparono il fondo del Quarnaro, i Romani erani padroni assoluti dell’ intero Adriatico e non avevano da preoccuparsi militarmente in nessun modo di quella posizione. (2) Kobler, Memorie per la storia della libmnica città di Fumé, Fiume, Mohovich, 1906, I, 26 : « Quanto alla continuazione del muro, i contadini dicono che se ne trovano trac* eie fra Siljevice e Trstenik ». (3) Kobler, op. cit., Ì, 28-9.