— i4 ~ lingua e dalla continuità territoriale, il quale, via via che si avvicini alle abitudini della civiltà occidentale, non senta, sempre più consapevole e acuto, il bisogno di unità nazionale. Mazzini attribuiva questo fenomeno alla volontà divina, che ha creato inviolabili le nazioni e ha destinato ciascuna a compiere una missione specifica nella grande associazione dell’umanità. Noi possiamo contentarci di accertare empiricamente il fatto, quale esso si è universalmente manifestato, dalle prime forme di reazione istintiva contro la polverizzazione feudale dell’ Europa medievale ai giorni nostri, e riconoscere che è arbitrario pensare che i soli Slavi del Sud possano rappresentare un’eccezione alla regola. Nel 1912, due attentati furono compiuti da serbo-croati contro il Commissario reale in Croazia, Ciuvaj ; nel 1913, altro attentato contro il bano di Croazia, Skerletz ; nel 1914, attentato di Serajevo. Gli attentati di Felice Orsini e di Agesilao Milano sono raccontati giustamente nelle nostre storie, come documento della intollerabilità dei sistemi austriaci e borbonici in Italia, fra il 1849 e il 1859, e come documento del diffondersi e dell’esasperarsi del sentimento nazionale. Perchè gli attentati serbo-croati non devono significare altrettanto ? I processi politici, con cui l’Austria s’infamò in Italia, per quali motivi devono avere un significato diverso dai processi politici, non meno feroci, con cui ha tentato di soffocare in Croazia e in Bosnia il sentimento nazionale ? Questi fatti, e le repressioni di ogni sentimento nazionale separatista, a cui il Governo austriaco ha dovuto ricorrere fra gli Slavi del Sud durante questa guerra, come di ogni tendenza czeca e rumena e italiana, ci permettono