La seconda ipotesi è che l’Austria-Ungheria e la Germania trionfino delle difficoltà, che si sono create con la loro politica di predominio, e che Serbia e Montenegro entrino — poco importa in che forma — a far parte del sistema austro-germanico. In questo caso, la nazionalità jugoslava risolverebbe il suo problema unitario, salvo a risolvere in seguito quello della indipendenza, se nel nuovo complesso politico ed economico e intellettuale medieuropeo le sue condizioni di esistenza non fossero ragionevoli e tollerabili. Per l’Italia questa soluzione rappresenterebbe un disastro, anche se /’ Italia uscisse dalla presente guerra padrona di tutta la spiaggia adriatica orientale. Nella Slavia del Sud austriaca prevarrebbero gli elementi cattolici, gesuitici, italofobi, con la protezione della dinastia. E il nuovo Impero austro-magiaro-slavo, padrone di tutto l’Occidente balcanico meno le coste italiane, ed alleato della Germania, farebbe presto a buttare a mare 1’ Italia e riconquistare l’Adriatico. Unica soluzione, che sia nello stesso tempo stabile e utile all’ Italia, sarebbe la terza : la formazione, fuori dai domini di casa d’Austria, di uno Stato nazionale indipendente serbo-croato-sloveno. L’Austria può perdere la Galizia, la Transilvania, la Bosnia, la Dalmazia, il Trentino, senza smettere di essere un grande Stato, finché conservi la Boemia, la Slovenia, la Croazia, la Venezia Giulia. Sarebbe un’Austria ridotta a 35 milioni di abitanti, cioè forte quanto l’Italia, nella quale i Tedeschi e i Magiari salderebbero stabilmente il loro dominio sui Cechi, sugli Sloveni, sui Croati, sugl’ Italiani, ridotti in minoranza assoluta dalla perdita, che avrebbe fatto l’Austria delle provincie periferiche. E sarebbe un’Au-