sempre interamente di rosso «a perpetua memoria del sangue versato». * * * L’esclusione delle cinque contrade dalle adunanze e dalle funzioni religiose, la scomunica, l’imposizione al Gastaldo dell’abito rosso, acuirono l’avversione degli animi e i pescatori di San Nicolò, uniti con le altre contrade di Cannaregio e di San Polo, combatterono per molti anni, col nome di Canaruoli, contro i Castellani, a bastonate, sui ponti della città. Di queste guerre vedremo ampiamente in seguito, basta, per ora, sapere come i Canaruoli abbiano mutato la loro denominazione in Nicolotti. La lunga serie di zuffe e di guerriglie fra Canaruoli e Castellani doveva essere definita con una grande disfida, una grande battaglia sopra il ponte di San Barnaba. Essa ebbe luogo il 21 Ottobre 1548, combattendo da una parte i Canaruoli, insieme con quelli di Santa Croce e San Polo e con gli abitanti dell’isola di Murano, che allora si chiamavano Gnati, dall’altra quelli di Castello, di San Marco e Dorsoduro e gli Isolani della Giudecca. Le condizioni furono queste : Se i Castellani avessero vinto, i Canaruoli dovevano deporre il nome di Canaruoli e chiamarsi, con tutti i loro compagni, Nicolotti. 32