Luca, pescatore Nicolotto, diede principio alla battaglia buttando in canale, con un colpo di punta, il Castellano Fantini. Questo primo attacco avvenne fra gente dell’Arse-nale e pescatori di San Nicolò, nemici irriducibili. Co-mandavono le due squadre Pasqualino Zìzola di Quin-tavalle, Castellano, e Luca Borotto, di Fossa Capàra, Nicolotto. T combattenti miravano a strapparsi reciprocamente le insegne, ma gli alfieri si difendevano magnificamente. Cocalini e Biondo, chiamate a raccolta le altre squadre, le avviarono sul ponte, già affollato di combattenti. In religioso silenzio, il pubblico seguiva, con ansia, l’esito della battaglia. Pasqualino Gritti, schermitore abilissimo, incalzò Rocchetto, Castellano, e lo costrinse a buttarsi in canale. Ascanio Sbrega, Castellano, maestro di spada e capo dei «rcmèri» (fabbricanti di remi) stringeva da presso Gritti, ma la squadra Nicolotta, riunitasi, attraversò il ponte, tagliando fuori Sbrega. Molti furono i feriti, molti furono i precipitati in canale, ma, poi, i Nicolotti, incalzati da una squadra fresca, che sopravveniva, stavano per ritirarsi. Allora Luca, pescatore Nicolotto, si buttò nella mischia dove più forte era il nucleo dei Castellani, e, con un gran targone, raccolto sul ponte, fece una strage fra i Castellani che furono rincorsi fino in campo dei Carmini e lasciarono in mano agli avversari due bandiere. 178 -