si fanno al massimo quattro gare, di queste barche, a uno e a due rematori. E le margarote e le balottine dei patrizi, lasciati i soggetti mitologici, sono ispirate a motivi umoristici e satirici: L’età ringiovanita. La sensualità macilenta. La ricchezza agonizzante. L’avarizia in cimento. Noè alla moda. La pietra filosofale. Nel 1784, corrono le donne per l’ultima volta e Checa e Maria Boscola da Pellestrina, sono prime alla macchina, ma non diminuisce il numero delle Bissone e delle barche addobbate e lo splendore della festa che si ripete nel 1791 e nel 1797. * * * Soltanto dopo la caduta della Repubblica, la regata venne a perdere la sua grandiosità, ma le gare non vengono abbandonate, quantunque ridotte a due o tre di gondole e di battelli a uno e a due remi. Nel 1825, compariscono in gara le gondolette a due remi i gondolini attuali e, nel 20 giugno 1841 viene, si può dire, istituita la regata attuale in seguito alla concessione di S. A. I. il Duca Viceré. Chiedeva infatti la Congregazione municipale che «per incoraggiare i gondolieri a mantenere in onore la loro decantata destrezza, fosse annualmente istituita, a cura e spese del Comune, una corsa di barchette lungo il Canal Grande», ~ 231