queste lotte non erano sempre incruente tanto che il Governo proibì in quelle tenzoni l’uso dei bastoni e delle canne poiché, qui parla ancora l’anonimo, «se la guerra dei pugni, esercitata in Venezia è soltanto imitatone e gioco, giocosamente deve essere esercitata, con le sole armi date dalla natura, che sono le mani», e qui si può aggiungere che per combattere l’ozio è più che sufficente menare le mani, anche... senza bastoni e senza rovinarsi troppo i connotati. Gli antichi veneziani, precorrendo i tempi, avevano dunque una grande passione per il pugilato e si esercitavano in queste giostre sui ponti della città. Perchè si scegliessero proprio i ponti ora vedremo. Notiamo anzitutto che i ponti, anticamente, non avevano i gradini, come oggi, ma erano costituiti da una larga, quadrata piazzola centrale e da tre piazzole laterali, tre larghi gradini, digradanti a raggiungere il livello delle strade, delle fondamente. Per chi non lo sapesse, fondamente sono quelle strade che stanno, come un marciapiede, ai lati dei canali. E i ponti non avevano ripari laterali, non avevano spallette di mattoni o cancellate come attualmente. L’obbiettivo dei combattenti era quello di assicurarsi il possesso della piazzola centrale del ponte e si combatteva, nei primi tempi, con canne d’india, con bastoni di legno duro che si chiamarono canne, appuntiti dalle due parti e induriti, nelle punte, con ripetute immersioni nell’olio bollente. 150 -