dalle finestre, alla gara, dovevano completare meravigliosamente lo spettacolo unico al mondo. Ma veniamo alla gara. Il percorso era precisamente quello stesso di oggi. Dalla Motta di Sant’Antonio : la punta dei Pubblici Giardini, i gareggianti, staccatisi, allo sparo di partenza, dalla corda che li teneva allineati, percorrevano il bacino di San Marco e tutto il Canal Grande fino al Ponte della Croce, dove, girato il «paletto» infìsso nel mezzo del Canale, rifacevano il percorso fino in avolta ile canal» fino al Palazzo Foscari dove, proprio come oggi, all’imboccatura del Rio, fra il Palazzo Foscari e il Palazzo Balbi, era l’arrivo, il palco, la «machina» dove si consegnavano i premi ai vincitori. Raramente l’arrivo avveniva invece più verso il ponte di Rialto, sulla stessa sponda del canale, ma all’imboccatura del Rio di San Polo. Nelle regate di donne — anche le donne correvano la regata — il percorso veniva abbreviato. Si facevano partire le gareggianti, invece che dai Giardini, dalla Punta della Salute, alla imboccatura cioè del Canal Grande. Il pai co di arrivo conserva ancora oggi il nome di «machina» come nell’antichità. Era veramente una macchina questo palco. Per addobbarlo si spendevano somme cospicue. Decoratori, scenografi e artisti creavano in brevissimo tempo, su un semplice zatterone, costru- La Repubblica di Venezia e lo Sport 9 a - 209