Era un bravo beccaio, al quale il tiratore si era affidato, pronto a intervenire e a salvare la pelle del tiratore se le cose si fossero messe male. In queste cacce si maltrattavano, in questo modo, sei, otto animali, ma nelle grosse cacce, i tori salivano a dodici, a diciotto e anche più. Nelle grandi cacce, si curavano di più i particolari arrivando persino a fissare, sulle corna dei tori, dei fuochi artificiali che, con gli scoppi, eccitavano l’animale e rendevano più interessante la festa. Chiuso lo spettacolo pubblico, qualche tiratore si recava, con l’animale, sotto le finestre della sua bella a dar saggio della sua bravura, facendo qualche altra «rnolada» e nei campielli e nelle corti, questa appendice dello spettacolo interessava immensamente il popolo e aumentava la sua passione per questa crudele giostra. * * * Anche gentiluomini mascherati intervennero alle cacce, come tiratori, e, spesso con successo, come il nobile Federico Calbo. Michelangelo Lin, da San Samuele, ebbe grandi successi e grande fama come tiratore. Fu amante di tutti gli esercizi fisici e venne chiamato il Nestore della ginnastica. Morì a novantanove anni e il popolo attribuiva la sua longevità e la sua vecchiaia, senza gravi acciacchi, al fatto che egli aveva praticato gli esercizi fisici. 140 -