Di là egli scendeva in volo, per la seconda fune, lanciando fiori, fino alla loggia del Palazzo Ducale dove presentava al Doge, che assisteva alla festa, con tutta la Signoria, un mazzo di fiori e una dedica in versi. Riceveva in premio dal Doge una borsa di denaro, risaliva sul campanile e ridiscendeva, per la prima fune, in volo, nella barca dalla quale era partito. Pare che questo esercizio abbia avuto inizio nel 1548. Ma, come venne fatto allora, l’esercizio, quantunque molto più difficile, era affatto diverso, non era il volo. Nel Giovedì Grasso di quell’anno, un turco, aiutandosi con un lungo bilancere, salì, da una barca ancorata al largo, lungo la fune fino al castello delle campane mentre assistevano all’ardita ascesa, la Signoria e una infinità di popolo. Nel 1564, la Compagnia della Calza degli Accesi accoglieva fra i suoi soci Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino. Fra le feste, date dai Compagni della Calza, in quella occasione, vi fu l’ascesa al campanile, eseguita anche questa volta da un turco. Partita la Compagnia della Calza dal Palazzo Dolfin, venne con l’illustre ospite e nuovo Compagno, in Parino di San Marco su un ricco natante rimorchiato da barche. Su questo naviglio, addobbato con stoffe e velluti, era stato costruito un padiglione che accoglieva una quantità di gentiluomini, di dame e di musici. 104 ~