be la, mano destra nettamente asportata, mentre parava un colpo di spada, e finita la guerra, quando si sgombrò il canale, vennero trovati, sotto le chiatte due morti : Vincenzo Castelli e una donna, in abiti maschili, una poco di buono, certa Angelica, che abitava a San Can-ciano, nella contrada dei Birri. * ■* * Ma la lotta, che non s’era interrotta, continuava, sul ponte, con incerta fortuna. I Castellani riuscirono a ricacciare i Nicolotti fin dentro i portoni di Palazzo Foscarini piantando due bandiere sul ponte, ma gli animosi Nicolotti tornarono alla riscossa. Lucio Scantina, Castellano, fu buttato in canale e, subito guadagnata la riva, tornò furioso, sul ponte al comando della sua compagnia. Incontratosi faccia a faccia col celebre schermitore nicolotto, Agostino Gritti, amato e stimato, anche dagli avversari, per la sua dirittura morale e per l’indiscusso valore, fu da questi ributtato dalla piazza. Scantina inferocito, dimenticando le regole delle armi e dell’onore, tirò una fiera puntata alla guancia del Gritti. Accortisi i Nicolotti dell’offesa recata al loro grande compagno incominciarono a tirare puntate sulla faccia degli avversari e la mischia divenne più selvaggia e sanguinosa. - 181