-360­ lo scoppio della rivoluzione francese, non volle darne la mis­sione ad Angelo Emo che nominò infatti fino dal l 790 Prov­veditore Generale da Mar. In tal modo l'Emo venne escluso dalle trattative di pace perchè il Senato, conoscendo la sua energia, temeva che non avrebbe seguito i suoi ordini. Nomi­nato perciò Capitano delle Navi il Condulmer, uomo che go­deva la fiducia per la sua adattabilità, questi ebbe l'incarico di trattare la pace che fu conclusa a condizioni poco onorevoli per Venezia. L'Emo ebbe notizia della pace conclusa a Malta e tanto se ne addolorò che, sorpreso da un attacco biliare, ne morì il 1 marzo l 792. La salma venne trasportata a Venezia col va­scello La Fama sul quale aveva sventolato la sua insegna e che giunse a Venezia il 24 maggio 1792 (fig. 73). Il Romanin scrive che con l'Emo si spense l'ultimo dei grandi Capitani veneziani e che con lui venne a mancare l'ul­timo eroe e la marina non ebbe più da combattere. Infatti quando la marea rivoluzionaria francese invadeva l'Italia e si apprestava a sommergere la millenaria Repubblica, il governo veneziano prese qualche timido provvedimento mi­litare per salvare almeno la Dominante dall'invasione stra­nIera. Venne perciò IstItUIta la carica di Provveditore delle La· gune e Lidi alla quale venne nominato Jacopo Nani che aveva già compiuto un completo studio sulla difesa di Venezia. Il Senato ordinava altresì che fossero inviate a Venezia le galere e galeotte dipendenti dal Provveditore Generale in Dalmazia e Albania, e che si concentrassero anche in Venezia le unità dipendenti dal Capitano del Golfo Andrea Moro. Venne al. tresì dato ordine al Provveditore Generale da Mar residente a Corfù di inviare nelle acque di Venezia un reparto di pubbliche navi al comando dell'Almirante Lunardo Correr imbarcato sul­la fregata Bellona e che aveva ai suoi ordini le navi Eolo, Me­dusa, Gloria Veneta ed i cotter Castore e Polluce. Disgraziatamente però il Nani, che con tanto amore e scrupolo aveva organizzato la difesa della città, morì il 3 apri. le l 797 mentre ormai il governo della Repubblica aveva deciso di rinunziare alla 10,tta e di accogliere passivamente lo stranie­