ANNO X - FASC. 6-7 GIUGNO-LUGLIO 1940-XVIII La Porta Orientale RIVISTA DI POLITICA, STUDI SULLA GUERRA, PROBLEMI GIULIANI E DALMATI Direttori: Bruno Coceani » Federico Pagnacco = Ferdinando Pasini L’ORA DELL’ITALIA Sul quadrante, della nostra storia scoccano con ritmo veloce le date fatali: dopo il 24 maggio 1915, dopo il 28 ottobre 1922, dopo il 9 maggio 1936, ecco questa del 10 giugno 1940: aurora di un nuovo destino. L’Italia, a fianco dell’alleata Germania, entra in guerra contro l’Inghilterra e la Francia, per il compimento integrale della sua unità nazionale, per rompere le barriere che la serrano nel Mediterraneo, per dare spazio vitale al suo popolo fecondo. La grande ora è stata annunciata agli Italiani dal Duce col seguente discorso pronunciato la sera del 10 giugno dal balcone di palazzo Venezia: Combattenti di terra, di mare e dell’aria, Camicie nere della Rivoluzione e delle Legioni, uomini e donne d’Italia, dell’impero e del Regno d’Albania, ascoltate! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza medesima del Popolo italiano. Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edifìcio, l’ignobile assedio societario di cinquantadue Stati. La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge ' Europa; ma tutto fu vano. Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle Nazioni e non considerarli intangibili per l’eternità. Bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate.