110 ARIO TRIREL-TRIBELLI Scherma e della Corsa (equitazione), perchè la patria gioisca «nel vedere i suoi figli uniti in amorosa fratellanza, andare a gara per farsi liberi, valorosi e forti». (9) A ricordo della grande festa svoltasi al Teatro Mauroner il 30 dicembre 1808, per l’inaugurazione del vessillo sociale (alabarda triestina in campo rosso e nastri azzurri, perchè non avrebbero potuto essere verdi), mio padre commette al pittore Giuseppe Lorenzo Gatteri un quadro ad olio che raffigura il momento solenne del discorso del Presidente dott. Giacomo Tonicelli. Il quadro originale, con cornice, venne da lui e da Luigi Lucatelli donato alla Direzione sociale. (10) Per una lotteria a premi, a scopo pio, organizzata il 22 marzo 1869 dal-l’Associazione, al Teatro Mauroner, mio padre regala un «ritratto ad olio con cornice dorata» (di chi? — Garibaldi, Mazzini, Vittorio? ...) e raccoglie fra i componenti il «Club Caffè Chiozza» una colletta di fior. 39.— per l’acquisto di una carabina, daga e giberna: dono simbolico quanto mai! E coopera con tanto fervore al buon esito della festa, da meritarsi una lettera di ringraziamento della Direzione (25 marzo 1869) firmata dal Presidente dott. Tonicelli, per «l’attività spiegata» e per il dono. Nell’ottobre 1869 è nominato fiduciario «per la gara di bersaglio», in occasione dell’apertura della palestra (in via della Valle). Per l’arrivo a Trieste della «Società goriziana di Ginnastica» (18 settembre 1870) con banda e vessillo, mio padre pubblica una litografìa rappresentante il corteo che attraversa Piazza grande sotto il palazzo municipale e la loggia. (11) Nel 1870, mentre Francesco Hermet, con Ugo Sogliani, pubblicava il giornale II Progresso, il Club dei rossi (12) gli opponeva il Gazzettino rosso, diretto da Guido Maffei. Nello stesso anno usciva II Canocchiale «foglio umo-ristico-popolare» quindicinale, diretto da mio padre. (13) Ogni numero del Canocchiale portava la sua pagina illustrata da una vignetta satirico-politica (della Litogr. Stranschi). Il giornale aveva netta intonazione anticlericale e, per i tempi, politicamente estrema. Non dava tregua ai moderati, ai massoni, ai cacciatori di croci, ai corvi ed ipocriti d’ogni stampo. Chiama il municipio d’allora «Loggia massonica» nella quale si riunivano i «Caporali della Patria» (Canocchialata municipale del n. 2, 3 maggio 1870). Aveva torto? aveva ragione?... All’imperatore d’Austria il Canocchiale allude con l’appellativo di S. M. l’imperatore della China, e scrive: «Beati i pacifici e timorati cittadini, vulgo malve, che per non compromettersi in via politica, diranno appartenere alla nazione Chinese, anziché all’italiana» (n. 5, del 19 giugno 1870). — Ce n’erano tanti allora di quei Chinesi: mentivano ipocritamente ed anche tradivano (come Guglielmo Solderer; ex-garibaldino, come il rinnegato Maz-zoldi). Bisognava smascherarli! Ma giungeva intanto la buona novella. Un articolo firmato A. T. (n. 12, 2 ottobre 1870) saluta Roma! — «Trieste s’associa alla letizia dei fratelli di Ausonia, e ti manda, o Madre, questo saluto, questo voto. Salve, o Capitale del più bel paese del mondo! — Possa per te dirsi che l’Italia ora fatta fui ben prèsto compiuta!» Notevoli sono i N.ri 3, 7 e 8 dell’Anno II (1871) che furono sequestrati, e fornirono all’i. r. Procura di Stato materiale d’accusa contro mio padre. (14) Nel n. 3 (19 marzo 1871) per l’onomastico di Garibaldi, il Canocchiale manda un saluto commosso all’Eroe: «Levatevi il cappello, o tiranni, ed inchinatevi al cospetto dell’Eroe dei due mondi! Da questo ultimo lembo d’Italia ricevi, o Giuseppe, un saluto il più affettuoso di coloro che lunga bramano l’esistenza tua. Salute!» — E’ quasi tutto sottolineato dalla Polizia, nè avrebbe potuto essere altrimenti. Ed ecco il n. 7 (28 maggio 1871) con due articoli incriminati: «.Agli operai ed agli uomini del popolo» e «L’esame di coscienza del Papa». Il primo, firmato G. M., dev’essere stato desunto dagli scritti di Mazzini; l’altro è firmato Favilla. Vi abbondano i segni blu polizieschi; c’è pure il riferimento al § 305 del C. P. per il primo, e al § 302 per il secondo.