LO SVILUPPO DELLA PESCA IN UN INDIRIZZO LETTO AL DUCE DAL CONS. NAZ. BRUNO COCEANI Il consigliere nazionale Bruno Coceani, presidente della Federazione Industriale della Pesca e nostro Direttore, ricevuto dal Duce, gli aveva fatto omaggio del suo magnifico volume su «La Pesca italiana» ricevendone il più alto riconoscimento. Successivamente — il 30 marzo u. s. — il Duce riceveva il Consiglio della Federazione industriale della pesca, al completo, presente il camerata Kicci del Commissariato generale della pesca. A nome del Consiglio della Federazione industriale della pesca, il cons. naz. Coceani lia letto il seguente indirizzo: v, Duce, Il Consiglio della Federazione vi porge il devoto ringraziamento di tutta la categoria. Quanti vivono nella pesca sanno che la vostra 'simpatia e la vostra benevolenza non sono mai mancate verso l,e loro fatiche e le loro ansie. Segno non ultimo l’istituzione, alle vostre dipendenze, del Commissariato generale per la pesca, quale organo coordinatore e propulsore di tutte le iniziative. Millesettecento 'sono le ditte rappresentate dalla Fedepesca, nella quasi totalità medie e piccole aziende, il cui titolare spesso è al comando dei pescherecci e sempre protagonista del lavoro. Il patrimonio, un miliardo di lire, nel suo insieme è in tutte le aziende a carattere familiare, per lo più oro ricavato dal mare e che al mare ritorna sotto forma di nuovi e sempre più efficienti strumenti di produzione. Superata la parentesi sanzionista, voi, Duce, avete dato al popolo italiano l’imperativo autarchico. Da allora è cominciata la fase veramente ascensionale della pesca, che assunse, per vostra volontà, l’aspetto di grande problema alimentare e nazionale. Si trattava di sopperire a correnti d’importazioni consolidatesi, nei decenni, nella cifra di 900 mila quintali l’anno, di cui 70 mila di pesce fresco, i50 mila di baccalà, 120 mila di stoccafisso, 90 mila di tonno, 140 mila di pesci secchi e salati. Mete raggiunte: nel Mediterraneo la flottiglia della pesca meccanica, attraverso la concezione di scafi originali, tiene il primato con 1500 unità per HO mila cavalli di potenza, 12 mila pescatori, una produzione annua di due milioni di quintali. Sui ricchi banchi della Mauritania, le nostre imprese hanno superato, per numero e potenza, le flottiglie di tutte le altre Nazioni atlantiche. Nel fervore di questo clima, ebbe inizio anche il nostro intervento nella grande pesca del merluzzo. Per le nuove campagne sono partiti e stanno partendo in questi giorni 12 pescherecci di 9 mila cavalli di potenza, con 350 nostri pescatori che resteranno sui banchi di Terranova e d’Islanda fino al principio del prossimo inverno. Il proposito è di giungere alla creazione di una Marina da pesca oceanica che sia, nel vOstro nome, tra le più moderne e potenti per uomini e mezzi. Anche nelle industrie tradizionali, quali le tonnare e la vallicoltura, si e verificata una profonda evoluzione. Il periodo d’attività delle tonnare in esercizio, con 5 mila dipendenti, limitato un tempo alla campagna stagionale dei tonni, viene ora integrato con altre lavorazioni di prodotti similari che aumentano l’efficienza produttiva della Sicilia e della Sardegna. Del pari, la vallicoltura ha trasformato la tecnica secolare ed aumentato del 15 per cento la produzione degli SO mila ettari di superfice valliva