120 La P. O. o lagunare, mediante la semina di pesce novello raccolto perfino lungo il litorale siculo e trasportato con attrezzatura originale, nelle valli del Veneto. Gradualmente si è rafforzata pure l’attrezzatura dell’industria conserviera, importante fattore di collaborazione e sollievo della piccola pesca. 151 stabilimenti di cui 70 per la preparazione del pesce sott’olio, 66 per la salagione del pesce, 7 degli ammarinati e 8 seccherie, danno lavoro a 12 mila dipendenti. La produzione raggiunge giù 120 mila quintali di tonnetto sott’olio, 60 mila di sardine sott’olio, 20 mila di filetti di acciughe sott’olio, 20 mila di sgombri, 9 mila di pe'sce marinato e 60 mila quintali di baccalà secco, ed ha assicurato nel 1939 al Paese una esportazione di oltre M milioni. In rapporto ai vari settori di attività si è sviluppata anche l’industria delle reti nei 21 retifìci a macchina e 28 opifici a mano con 4 mila dipendenti. L’industria dei sottoprodotti, che ha solo qualche anno di vita, darà al Paese, nel 1940, 15 mila quintali di olii di pesce e 20 mila di farine, nei 7 impianti specializzati. Nel settore sociale e sindacale, dove nulla esisteva prima del Fascismo, si registrano notevoli progressi. Oggi sono estese a tutti i dipendenti delle aziende pescherecce le misure di previdenza e assistenza. Nel campo sindacale disciplinano i rapporti di lavoro tre contralti nazionali per le maggiori branche della pesca marittima, entro il Mediterraneo, oltre gli stretti e nei mari del Nord, integrati da 16 contratti provinciali e tre interprovinciali. Al sistema troppo incerto di retribuzione „alla parte” fu sostituito quello del salario misto che, pur garantendo un compenso minimo mensile al pescatore, 10 cointeressa al fenomeno produttivo, secondo le particolari esigenze dell’industria. Altri 30 contratti regolano il lavoro delle tonnare, della vallicoltura, dell’industria conserviera, delle seccherie e dei retifìci. Noi siamo (sicuri che l’industria della pesca è avviata verso un grande avvenire. Pur essendo la nostra popolazione peschereccia la terza del mondo, dopo il Giappone e la liussia, ancora la media annua di produzione unitaria è di soli 16 quintali di fronte a una produzione media per pescatore di 210 quintali deli Inghilterra, di 146 dell’America, di 142 per la Germania, per citare solo i Paesi maggiori. Dura è la battaglia per strappare al mare la ricchezza gelosamente custodita. Spesfso esige le sue vittime. Ciò non spaventa i pescatori italiani, i quali sanno che, se molto cammino è stato percorso, moltissimo resta ancora da fare. Arrivati ultimi, per l’incomprensione dei passati Governi, intendiamo conquistare al più presto passibile il primato. Prima del Fascismo non vi era nulla in molti settori, la pesca quindi deve tutto al Fascismo, che in 18 anni ha dato al Paese una salda organizzazione a carattere industriale, un’attrezzatura tecnica e scientifica tra le più moderne e progredite, una triplicata produzione, una coscienza peschereccia, lavoro permanente ad oltre 30 mila nuovi prestatori d’opera. Ma gli industriali della pesca sanno che nuovi compili il Paese attende dalla loro accorta intraprendenza. Lo sviluppo della produzione è problema che non preoccupa uomini che hanno già dato prove di audaci iniziative. Il consumo è in graduale se pure lento sviluppo. Ancora limitato è il consumo medio del pesce fresco in confronto agli altri Paesi (kg. 4.500), considerevole, invece, quello del pesce conservato (kg. 3.500). Il problema più delicato è quello dei prezzi. Mentre per i pesci conservati la media può considerarsi normale e soddisfacente, per il pesce fresco 11 livello attuale , è troppo elevato e preoccupante per l’inevitabile reazione sul consumo. I produttori sono contrari al fenomeno del „caropesce” fenomeno del resto contingente. Duce, il Consiglio della Federazione vi porta un impegno e una certezza: l’impegno di conquistare le mete che voi fisserete, la certezza di fare della pesca italiana un grande strumento di potenza politica, economica e sociale, degno dell’Italia da voi creata. 11 Duce, dopo aver ascoltato attentamente la relazione, ha espresso la sua soddisfazione per i dati in essa contenuti e che documentano lo sviluppo di questo ramo importantissimo dell’attività economica italiana, ed ha segnato alcune direttive per il lavoro ulteriore da compiere allo scopo di realizzare praticamente l’obiettivo di dare molto pesce al popolo italiano e a prezzi possibili.