% 268 FATTI, PERSONE, IDEE Organizzazione scientifica del lavoro», «Bibliografia Fascista», «Rivista Marittima», «Economia Italiana», «Gli Oratori del giorno», ecc. ecc. Come si vede, è un vero successo plebiscitario che l’opera ottenne su tutta la stampa, e non solo su quella di carattere tecnico e organizzativo, ma forse maggiore e più caloroso sulla grande stampa quotidana. E noi abbiamo voluto mettere sùbito avanti le mani, cariche di queste precise citazioni, per una nostra ragione particolare e contingente: quella cioè che, essendo Bruno Coceani uno dei direttori della nostra rivista, non si possa credere che il nostro schietto giudizio sulla sua opera non sia altro che un buon piatto di tagliatelle fatte in famiglia. Certo che, trattandosi di pesce, le tagliatelle dovrebbero essere fuori discussione, ma Pasini mi dice che con le «vongole» sono un piatto veramente squisito. E allora mi accorgo che una piccola lacuna nel libro di Coceani c’è: una breve scorribanda nel campo della gastronomia poteva pur farla. Sarebbe stato certamente un capitolo succoso. Célie a parte, confesso che ho aperto il libro con una certa diffidenza. Schemi, diagrammi, statistiche, formule chimiche, disquisizioni scientifiche, spruzzi di latino, calorìe, potenza nutritiva, scantonamenti nella zoologia: mi immaginavo. Invece niente di tutto ciò, niente toni professorali, niente mattoni scientifici, niente retorica. Una prosa chiara, semplice, una narrazione agile e snella, una sequenza di splendide fotografie, una veste tipografica luminosa. Insomma, un bel libro che si legge con vero diletto e dal quale si imparano moltissime cose utili e interessanti. E dal quale purtroppo s’impara che anche sul problema della pesca l’Italia dormì lungamente e pesantemente, e che dal letargo seppe scuoterla soltanto il regime fascista che, dando un poderoso impulso a tutte le energie della nazione, svegliò anche le energie marinare, creando — accanto alla nostra potente e giovane marina da guerra —- una foltissima flottiglia di pescherecci ed una balda armata di pescatori che, oggi, in gran parte, deposte a terra le reti e vestita la mannaia, lottano sul mare nostro per liberarlo dai pe-scicani inglesi. Federico Pagnacco TRIESTE, PORTO DELL' ASSE IL «REGIME FASCISTA» del 18 agosto pubblica il seguente articolo: (f. p.) - Le dichiarazioni sulla solidarietà economica tra la Germania e l’Italia, fatte al Giornale d’Italia,' dal dott. Karl Clodius — l’illustre economista del Reich che sta intessendo e rinforzando tutta una rete di scambi economici tra la Germania e gli altri paesi d’Europa — si prestano a qualche considerazione anche per le illazioni che se ne possono trarre sulla funzione di Trieste nel futuro sistema circolatorio economico europeo. Le due economie, italiana e germanica, si integrano perfettamente. Sono diventate ormai così aderenti che il volume degli scambi tra i due paesi dal 1933 — anno dell’avvento di Hitler al potere — ad oggi si è più che triplicato. La guerra, cementando l’alleanza col sangue sparso per la stessa causa e per la comune vittoria, ha reso vieppiù salda l’unione tra i due popoli. Pure ammettendo che la storia non può essere vincolata con ipoteche eterne, bisogna riconoscere che la nuova Europa quale uscirà da questa guerra •— saldata come sarà sul perno politico e militare dell’Asse — avrà una sistemazione che si proietterà nei secoli, fondata sulla giustizia e resa più vitale da una sfera di giurisdizione e d’influenza bene delimitata tra Roma e Berlino, sfera già ora stabilita di fatto e rispettata con profonda onestà e piena comprensione dai due alleati. L’avvenire di Trieste, visto sotto il duplice aspetto della coesione economica tra Germania e Italia e della assegnazione all’Italia della sovranità mediterranea, si presenta quanto mai promettente. Si può dire anche per Trieste che dovranno prevalere le ferree leggi della geografìa che fanno del grande porto adriatico lo sbocco logico e naturale della Media Europa. Un fascio di relazioni secolari con l’Europa centrale, da una parte, e col Levante, con l’Affrica, con l’Estre-mo Oriente, dall’altra, facilitano tale funzione futura di Trieste; come la