Di un patriota e storiografo triestino: Antonio Tribel 115 (1) Trovo dei Tribel già nel ’700. - L’8 ottobre 1790 Francesco Tribel, padre e curatore dei minorenni Francesco e Domenico, si dichiara, a nome dei figli, erede ab intestato della defunta Maria Tribel. - Il Francesco junior, qui menzionato, fu chirurgo pubblico e visitatore dei morti, e padre di Vincenzo Tribel. (2) Nato a Trieste nel 1808. Nel 1840 figura come proprietario dello stabile N. 308 in Androna Aldraga. Possedeva pure stabili nell’odierna via Commerciale, presso al Caffè Fabris, dov’era, a suo tempo, la trattoria «Al Re d’Ungheria». (3) Nata a Pinguente nel 1806. - Sua sorella Lucrezia in Pappadopulo, morta nel 1882, era nonna materna di Costantino Doria, mio secondo cugino. (4) Gli altri miei fratelli sono Alessandro e Arturo. Il primo fu dei direttori della Ginnastica e dell’Alpina delle Giulie (1886-88). Arturo fu tra i fondatori dell’Alpina (1885), poscia agente del Lloyd a Porto Said e a Suez, e dopo la guerra, Ispettore delle Agenzie lloydiane. Mori nel 1930. - Entrambi i miei fratelli appartennero ai famosi armi della Ginnastica che riportarono solenni vittorie sui canottieri tedeschi, ritenuti invincibili (1887-1890). Quelle regate riuscirono altrettante affermazioni nazionali. (5) Vi convenivano pure Edgardo Rascovich, Pietro Mosettig, Tito Bullo, Simone Eliseo, Francesco Mohorioh, Giuseppe Caprin, Antonio Barison, Marco Bassich, i fratelli Veneziani, ed altri generosi pionieri dell’idea nazionale. (6) Giulio Cesari nel suo compiutissimo lavoro Sessantanni di vita italiana - Memorie della Società Operaia Triestina, 1869-1929, non cita il nome di mio padre fra i promotori della Società. Ricordo però ch’egli sempre narrava d’esserne stato tra i fondatori. Difatti lo vediamo far parte della prima Direzione sociale. (7) Il rev. Pietro dott. Tomasin. nella arruffata matassa delle sue Reminiscenze storiche di Trieste dal secolo IV al secolo XIX (Trieste, Tip. G. Balestra, 1900), col pretesto della presunta irreligiosità di mio padre, lo attacca sinistramente come uomo e come autore. Nè risparmia il Giuseppe Caprin dei Nostri nonni, dei Tempi andati e del Trecento! Ma Caprin potè rispondergli da par suo (Indipendente del 22 maggio 1900). Mio padre non avrebbe più potuto farlo, e del resto, oltre tomba «non vive ira nemica». (8) La storia della Ginnastica venne riassunta magistralmente da Silvio Benco: La Società Ginnastica dì Trieste, 1863-1920. (9) La minuta della proposta è tutta di suo pugno. (10) Costò con la cornice fiorini 630.—, sómma in parte coperta con la vendita delle fotografie del quadro. (11) Litogr. Stranschi - A. Tribèl propr. - Molte delle personalità del corteo, in cilindro, sono ritratte dal vero. N. B. M’indugiai alquanto sull’attività di mio padre in seno all’Assoc. Triest. di Ginnastica, perchè non ne trovo menzione alcuna nella storia, pur esauriente, di Mario Presei : Cinquant’anni di vita ginnastica a Trieste, 1913. (12) Cfr. Attilio Tamaro Storia di Trieste, voi. II, pag. 478. - Sulla «Consorteria dei rossi», come la chiamava l’i. r. Polizia, alla quale causava tanti grattacapi, diede interessanti notizie Antonio Barison nei suoi Ricordi, comparsi sull’Era Nuova del 16 e 23 ottobre 1921. (13) Ha in testata la vignetta dell’astronomo, in berretto frigio e veste da camera, che scruta il cielo col canocchiale, e scrive le sue osservazioni. Accanto ha una trappola da sorci, col motto «Guarà’a voi!» - Editore e redattore responsabile Pietro Zucco, tipografia Succ.ri di G. D. Pagani. Nel 1871 non porta più in testata la vignetta, e si dichiara «gazzettino popolare» ; come editore e redatt. responsabile figura Giov. Godina; tipografia A. Bello. Uscirono 13 numeri nel 1870; del 1871 ne trovai 8 soltanto. Alcuni scritti sono conirassegnati da una T rovesciata (j.) Probabilmente scritti da mio padre (Canocchialate municipali, ecc.) (14) Ebbi sott’occhio esemplari provenienti, con ogni probabilità, dall’ i. r. Polizia, portanti al margine degli articoli incriminati, indicazioni riferentisi ai § del Codice che ne motivarono il sequestro. Gli orticoli stessi sono segnati a matita blu. (15) Ne parla anche Attilio Tamaro nella sua Storia di Trieste, 1. c. - L’incartamento del processo ò custodito nel nostro Archivio di Stato. (16) Non 3 mesi, come è riportato dal Cesari, op. cit. (17) Ogni partecipante portava sulla schiena una R. - Lettera sospetta! E che altro avrebbe potuto significare se non Repubblica? (18) Una massa compatta di circa diecimila operai s’era recata quel giorno dinanzi alla Camera dei deputati, e poscia dinanzi al palazzo di Corte. Una deputazione presentava al ministro presidente Taaffe una petizione reclamante «solide guarentigie di pace e di libertà».