IL LLOYD TRIESTINO Questo magnifico volume di pagine XI-584, stampato con bella nitidezza di tipi, ricchezza di illustrazioni e di facsimili dalle Officine Grafiche A. Mondadori, nella ricorrenza del centenario del nostro Lloyd, mantiene più di quanto modestamente prometta il suo sottotitolo: «Contributo alla storia italiana della navigazione marittima». Bene dice nella sua prefazione Luigi Rizzo di Grado che al Lloyd è «inseparabilmente legata la storia economica, e in quanto economica anche politica, di Trieste e dell’Adriatico». E che «ad un certo punto il Lloyd Triestino rappresentò la vivente sintesi dell’anima della giovanissima città adriatica allargando con esempio nuovo negli annali del commercio la propria attività anche ad altre più alte zone dello spirito umano». La storia della nostra massima società di navigazione è stata scritta per il secolo XIX da Giuseppe Stefani, per il XX da Bruno Astori, i quali, pur non trascurando alcuno degli episodi della vita della società, hanno saputo sempre inquadrarla e coilegarla nella più vasta vicenda della storia e dell’economia italiana ed europea. Lo Stefani prende le mosse dal «Lloyd degli Assicuratori». Dopo la restaurazione, riunita nuovamente ad un’Austria amministrata ma non governata, durante tempi difficili ed in uno stato di atassia generale, Trieste stentò a riprendere le sue funzioni e la sua vita economica. Il primo settore che si ricostituì fu quello delle assicurazioni, ad onta della mancanza di una ìegislazione organica, della deficienza di formulazione delle polizze e della scarsa possibilità di informazioni marittime e commerciali. Fu appunto il bisogno di organizzarsi, per avere a spese comuni un centro di informazioni, che indusse le maggiori compagnie triestine di sicurtà, dopo varii altri tentativi, a costituire un nuovo ente sul tipo del famoso Lloyd di Londra. Sorto il 19 agosto 1833, il Lloyd Austriaco rivelò già col suo nome, ma non solo con esso, vasti obbiettivi di espansione mediterranea e centro europea. Tra i suoi fondatori si ritrovano personalità eminenti, come Francesco Taddeo Reyer di Malborghetto che, dopo un soggiorno negli Stati Uniti di America fu a capo a Trieste di una grande ditta, organizzò negli anni del blocco importazioni di merci attraverso porti russi e si segnalò per ardite iniziative nel campo della navigazione e delle assicurazioni. Egli fu il primo presidente generale del Lloyd dal 1837 al 1845. O come Marco Parente che, a capo della ditta Morpurgo e Parente, ebbe rapporti coi Torlonia e coi Rotschild di Vienna, dei quali ottenne la partecipazione al finanziamento della navigazione lloydiana. 0 come Giovanni Guglielmo Sartorio, la cui casa commerciale resistette al blocco inglese, grande commerciante e uomo di varia ed estesa cultura, in relazione con alte personalità politiche e letterarie. Infine Carlo Lodovico de Bruck, geniale ed ardito fautore di linee