106 ANDREA BENEDETTI oppose a tutte le proposte volonterose, dimostrando la medesima ostinazione ottusa e il medesimo spirito antitaliano che impediscono oggi nella grave questione della Reggenza ogni compromesso componimento onorevole. Il Comando di Fiume, per salvare il prezioso carico che rappresenta uno sforzo considerevole dell’industria nazionale, tollerò per tre mesi i più esasperanti temporeggiamenti. La liberazione della nave non si deve se non a questa cordiale condiscendenza e all’attività generosa del signor Senatore Borletti che allo scopo volle adoperarsi con tutte le sue forze. Il modesto prestito dà qualche sollievo ai poveri e assicura per qualche tempo il vitto ai Legionari devoti che in Fiume italiana servono e serviranno la Causa nazionale dell’Adriatico fino all’ultimo. Fiume d’Italia, 13 decembre 1920. Purtroppo quello che doveva costituire il mezzo per la resistenza ad oltranza giungeva allorquando, da Roma, il vecchio la-brone aveva impartito ormai l’ordine infame ed il cielo dell’Olo-causta stava per arrossarsi del sangue, preannunziato dalle cannonate della corazzata «Andrea Doria». Ma il «Cogne» per l’azione tenace ed appassionata del Senatore Borletti, legionario e patrono di Fiume, come ebbe a qualificarlo il Comandante, poteva col suo carico perfettamente intatto riprendere il viaggio interrotto dalla audacia dei sette Uscocchi. ANDREA BENEDETTI (l) Reggenza Italiana del Carnaro Il Comandante Ad Andrea Benedetti C. T. ,,F. Bertoni” Mio caro Benedetti, ecco la stella rapita alla costellazione della Buona Causa. A Lei la offro nell’anniversario della impresa temeraria che condusse il „Bertani” a Fiume. E’ un segno di riconoscenza, di amore e di fortuna. Il suo GABRIELE D’ANNUNZIO Fiume, 7 decembre 1920. La lettera accompagnava la concessione della stella d’oro recante al centro, in rilievo, l’aquila dello stemma di Fiume e il motto: Indeficienter. I sette Uscocchi della sottrazione del «Bertani» furono: ten. di vascello Man-zutto Romano, sottoten. di vascello Zambon Alberto, ten. Bassi Augusto, ten. Benedetti Andrea, ten. Magri Mario, ten. Meazzi Edoardo (caduto durante la rivoluzione del 3 marzo 1922 a Piume), all’ultimo momento s’era spontaneamente aggregato il cap. Pasetti. (2) Una -parte di questo racconto, concordando esattamente con i particolari dell’impresa, è tratta dal libro di GUGLIELMO BARBIERI, L’Album dell'Olocausta, Milano 1932-X.