TERZO XXXIII modo demo biafimato,zr per quejld cagione far tiafcere fòt leuamento alcuno nella Repub'uca, Concioftd che in quefid dif ferenza, che dalla età uien fatta, finuidia non ui ha luogo ueruno,ne ueruna querela, ui può ejfere j fendo che i più gioux ni di certo habbino fperanzd,che,quando eglino faranno d’e* tà maggiore, lor fix ubbidito da coloro, che fieno di minore: CT cofi lor toccarà U uicenda. La onde tutte li cofe, che, in tutte le Republiche di qualche nome furono giamai al go uerno della Città er di tutte le cofe publiche, per configlio de’Vecchi è fiato fatto : nel Senato altronde fu detto, che da Vecchi, che latini chiamano Senes. Aportarei in quefta par* te la Republica de i Romani,de gli Atteniefi, de i C art agi* fiefi, de i Lacedemonij, er in oltre le leggi di molte altre Città ,J'e la cofa non fu/fe fi nota, che di confermarfi con te* ¡limonio alcuno hauejfedt mefiiere.Con pari ragione dun* quefù ordinato nella nofird Republicail Senato , e’l confin glio de Dieci * iquali nella Città di Vinegia (la cui Republi ca dijfi ejfere mifio di fiato Regio, popolare, er nobile ) rapprefentano lo fiato de nobili ; er fono certi mezzina iquali le efireme parti, ciò è lo fiato popolare,il gran Coti' figlio, e’lPrencipe,ilqualerapprefentd ldperfonad’ùn Re,, infieme con ftretto nodo fiftringono . Cofidice Platone nel Timeo, che gli eflremi elementi, ld terrd,e’l fuoco,co gli eie) menti di mezzo fi congiungono ,er legano. cofi nella cont* fonantia del Diapafon le uoci efireme con quelle di mezzo-dei Diatejfdron,cr Diapente infieme s’accordane. Hor per ueiùre al capo del cominciato camino, il Senato vinit-iano h; tcngono.ld potefid di Sendtorc.di mmerd che ne no».,