LIBRO td,& dalquale nonfinza ragione cidjcuno può liberamete af fermare,che dipenda tutta la jalute della Republica: ld cui ori gme,acciò più agevolmente fi pojfd comprendere tuttofi modo,& ordine fuo,alquanto di lunga comincidremo à defcriuer ld. Per und certd diuuid prudenzd d’animo fcorferoi noftri maggiori,che nel modo che facendo fi mdrcio uno bumore nel corpo bum ano,ne duengono le più uolte morbi infiniti,cr pe= ricolofijfimiyiqudh fpejfe uolte dnecano con ejfo loro ld mor= te:coft dnche nelle Republiche ri'eudno il cdpo tdlhord i ribdl di cittadini,iquali non nidncdiio di ddrtrdudgli dlla R epublt* ca,mentre uogliono più tofto nidludgidmente comandare, che buonamente ubbidire dUe leggi* trafportati ò dalla ambinone, CT cupidigia di regnare, ò grauati da gli infopportabili debiti, ouero non ejfenti ancbora di qualche fcelerdgine, dubitado di non pungerne ld penitenzd * come leggiamo che fu à R orna Cdtilina,Sillabario,cr finalmente Giulio Cefare,ilquale per tiran nide hauendo hduutd ld R epublica quafi del tutto la rui* nò. Nelle Republiche anch'ora de Greci, cr molte ueramente illuftrijfi truoua mandato nella memorid delle lettere, che mo 11 cittadini fono fiati del medefimo difornaméto ornati. Ma nel i noftri tempi è chiaro a tutti,che quafi tutte le città dltalid,le quali ufaudùo lo ftato popolare,ouero ancbora de i nobili, finalmentefono uenutefitto ld tirdimide di alcuno de fuoi cit» tadim.Perilchei noftri maggiori fi sforzarono di ordinare, che la Republica coti ogni bellezza ordinata,cr confermata con buonijfime,er finte leggi,non fuffe oppreffa da un moftro di cojìfdtta forte.Percioche no Jhmdrono di cofi douerfi ha* uere più paura,che dell’inimico inteftino,cr delle nimicitie,cr gare tra cittadini. Ma fendofi eglino accorti,che nella Repub.