TERZO. XXXVIII quel ?ha per rato,er fermo,a ad più che la metà de i Send'a tori hauranno ballottato infauore:cr fe’l parer di niuno paß farà la fontina della metà, primieramente fi rifiuta quello, alqualc pochi haueuano acconfentito} er/i ballotta da capo per gli altri rimafi pareri; er nel medefimo modo fempre fi rifiutano quegli, che hanno più poche ballotte, infino à tan* to che la cofa fi riducili a due} l’uno de’ quali pareri è for* za che habbi più della metà delle ballotte : in confermatone delquale fi pronuncia, che ui è fiato fatto il Senat oc onfuU to. ljpedita ma cofa, fi riferifie delle altrejfe l'hora del gior* no non fia troppo tarda: e’i medefimo modo fi ofiferud nel» le altreu Ma fe uerrà alcuno Ambafciadorc di alcuno Pren* cipe alla Kepublica Vimtiana, è riceuuto dal Doge,dii Configlieli, er da tutto’l Collegio, cr è afcoltato da que* gli. Quindi domandano tempo a confultarfi : alquale dato commiato, e? la cofa in quel modo, che di fopra dicemmo, deliberata ,fi configlia il Senato. il Doge narra primiera* mente al Senato le cofe, che /’Ambafciadorc ha domandate, appreffo fi leggono t pareri di tutti quegli, che hanno aut* torità di riferire al Senato : nella medefima guifa, che fi ri* fifonde alla domanda dello Ambafciadorc fi fa uno decrea to : dopò chiamato lo Ambafciadore fe gli legge il decrea to del Senato, er cofi è licentiato. Quefia è tutta la font* ma delle cofe, che fi a Senaticonfu'.ti, ò decreti, come a tuta ta la manieraordine del confutare, par che appartenga* no al Senato . Hora pormi, ché’l luogo, e’i tempo richtig* già,che qualche cofa diciamo del Configlio de Dieci,laqual p4re che poffmo fare per l’opera incominciata . Quefto Collegio dei Dieci, appreffo yinitim edi/òmma anttori*