SECONDO XXI opera gran copia di furmento da tutti i Patfi fu apportata nella Città,er flap quell'dimo bomffmo» anzi uil mercato di grano. Ma forfè quefio non giouarà punto à publici Dacie* ri.Oltre ciò i Prendenti della cura delle Ndui,qual cofafopra ogn'altra cofa bella belliffima habbiamo,paximente Jòpramo• do s’ingegnuràno di edificar quitto maggior numero potrano di galee: er di adornarle egregiamete d’ogni forte d’iflrome ti bellici,marinarefebi,et d’ogni parte raccogliendo le entrate publicbe,le fpederÙho i quello ufo:p laqual curiofità,forfè il ri manéte delle rédite publiebe no bafiarano à rifare le muraglia delli forti cafiella,et delle altre Città et à fodisfare alle paghe delle guardie de i Paeft.Per il che quafi ajje allargate le giutii re,la Rep.tn qua,è in làf parta ua in rubiamo già p colpa,ma p troppo ftudio de cittadini,métre che ciafcuno fi sforza con ogni accuratezza di far l’ufficio fuo qtofa migliore.qual cofa fepqfli incomodi par che fi faccia in effetto,che fu di mefite* re,che partitamele ad alcuno la cura del bii eoe s’imponga,4 cui di nimo ufficio priuato fi babbi da dare ìpaccio,ma folamS te moderi,et dirizzi l’ufficio di ciafcuno al bc eoe, et alla unia ne della Rep.et ueraméte io no ¡lìmo che pitto d’utilità fia al la Città,che quefio negotio fi cornetta nelle mani di molti.Con ciofu che quello di che molti hano cura,tutti pariméte difpreg giano il che dice Ariftotele:fendo che micapiu l’uno che l’al* tro di fraude fi poffa riprouerare, fe qualche cofa cotra’l fuo douere uerrà trabata,p no annouerare anche tra quefto le ga re,et le difcordie,che fpeffo tra gli eguali fcgliono nafeere. Ma fe uno in quefla cofa à tuttugli altri fia prepcfto,ilquale à tépo babbi il goucrno di quefio Magifirato,come p uno attuo,ouev pfei mefue no p quàto la uita gli durar à,quefio ueramente fe co penfarà di far cofa boniffima,fe per tanto tempo fob felice