LIBRO p elitore ne delta fuá famiglia, nt ad altro parente può più àie alcuno altro effere fauoreuoleyma la mede/ima,cr ugual pote ftà ufd>cbe cidjcuno de gli altri. Da cjuejìe cofe dunque penfo che cidjcuno di leggieri potrà comprenderebbe al Prencipe de i vitaliani è tolta ogni faculta di poter male ufare d Prencipa. to,c?di portarfi come à tiranno,Qual cofa per lunga,anzig uecchiaujanza ouero dalle primi origini della Città per in/t* no à quejii tempi produtta talmente è muecchiata,cr cerro» barata,che nulla di più fi debba temere dalla República Vitti* tiana,cbe che il Prencipe non poffa gianiai operar cofa cctr¿ la libertà della R epublica.Ma /indo che tl gran pefo delle fa tiche,cr l’efiremajòllecitudiiie dell’animo tutti fettza mercea defarebbono per ributtarla in dietro,et rifiutarla,è fiato con tribuito al Prencipe la fpefa della poteflà, er aggiuntoui l’ho nore,la dignità,et la fpctie RegiaAmperocbe Vornato del cor po è uerdméte Regio,conciofia cheJ'empre di uefle Purpurear ò d’oro ua uefìito* per diadema Regio porta in tejía un Velo di tela,/opra dqual porta una quafi Mitra roffa, con fregio d’oro ornato>er in quella parte,che copre la Collottola, for* ge i guifa di corno,onde corno è chiamato. Ha una quafi Re* già Sedia in un luogo alqto rileuatetto come in Pergamojut ti i Cittadini fi priudti,come tielT ufficio de i MagiJlrati à co* po ignudo,er in piè parlano al Precipe,che fiede.il che in que jli tempi è grandtjfimo fegno d’honore. Il Prencipe no s’alza gianiai à perfona uerunaJutte le lettere della Republica fi fug pillano,zr ttanno fuori fotto’l fuo nome.qual fi fia Ambafcia dore,Podefìà,Cdpitano,ò qual fi uoglia altro, ilquale al Sena nato uorraferiuere lettere,al Prencipe le dirizza. le grida de i Decreti> delle leggi,er di i Senati confiniti in nome del Prea*>