LIBRO poflo alla difefa cIelle leggi, dee domandare U peni iall’huoé mo ribaldo, er acciò fi dee con ogni ¡Indio forzare. Per co» trario,l’ufficio dell’huomo priuato è.dimenticarfi delle ingiti* rie fattegli,er ageuolmente rimettere al reo. Oltre ciò,ninna priuato cittadino può affumerfi la per fona, dello accufatore, fenza gradijfima inuidia,er incredibile odio di colui,che haurà dccuftto,or chiamato a gmfticia. Onde di leggieri najcono le gare, er le difeordie tra’ cittadini: er molto egregiamente quefio ìncommodo è flato uietato da i noflri : fendo impojìo tutto quefio ujficio à’dccufare al Magijlrato, ilquale non da particolar gara tirato, ma per jlatuto della legge ciò fac*, eia. Onde é uenuto in effetto, che udito non s’ègiamai, che timo de gli Auocatori fu Jlato biajìmato, che molto atro* ce fi fu portato contra il reo, er troppo afpro accufatore fi fu moflrato : anzi quanto più atroce, er afpro fi porta, er dtmojlra in quefio ufficio, tanto maggior laude, er honore ne acquijìa appo tutti i cittadini. Ma, ritorniamo alla comtn* data maniera de’ Giudici. Difende dunque l’Auocatore, ra* gundto il Configlio, le pai ti dello accufatore,©“ fa una oraa tione contra il reo molto afpra, er atroce : rimproueragli primieramente i delitti, er misfatti J dopò con tefiimoni conferma le cofe rimprouerategli, er le fortifica conueri* fintili conietture. Pofeia che haurà fatto fine di dire, il di* fenfore,cke fi hau.ro. eletto difende la caufa del reo. A p* preffo ,fi alcuno de gli Auocatori, prima che i Giudici dia* no fentenza, uorrà dire, ha luogo da poter dire. Similmen* te gli Auocati, del reo hanno facoltà di rifpondere , er di purgare i delitti oppofli a quello. er in quel modo dall’uno, er dall’altro s’agita, la caufa, per infin che l’un di quegli a ,