SECONDO XXlX 'ino ordine fi fanno per forte, lacuale à tutti ì cittadini è ugua* \e ; dopò quello ordine hanno mefcolato la. elulione infame con il forte,ma. in fi fatta guifa, che la elettrone fuperajfe U fortetpercioebe à ninno può efferefauoreuolela forte, Je dal 'gtudicio del pruno ordme non fìa comprobato. Ma. nell’ordine dopo niuna parte uollero che iti haueffe la forte,conciona che non penfarono che ben fuffe, che tutti quegli che l Prencipe erano per eleggere,fi douejfero Commettere nell’arbitrio del* la temerità della fortuna. Di maniera che ne la moltitudine è del tutto pnua di quefta auttorità-.ne anchora del tutto quefht fotejU è pofla in potere della ¡'ciocca Phbbe,apprejfo laquale fpeife fiate può più una certa aura,ò faUcre mane, cbe’l [a* uio giudicio de gli buomni da bene.Oltre ciò,non fapendofi di ■certo chi debbano effere gli elettori del Prenci piglia che tut* ta la cefi da’l parere di coloro debba dipendere,iquali hanno battuta lafortefauorcuole,nm luogo e flato lafciato alia am-bitione.Conciofia che ageuolmente può interuenire,cbe que= gli, con chi tu egregiamente hai tenuta, la. prattica, non fa* no per bauere niuna potejlà.Hora ritorno .atta cofa.Finito vilmente il modo de i Corniti],ejfendo già creati quarantanno huomini elettori del Prencipe, tojlo tuttifenzafalutare tri quefto,non che chiamale, ninno de cittadini fi ragunano in quel la corte,nellaquale fi fuoie ragunare il Senato, lui prima che 'niuna altra cofa fi faccia piamente,cr fantamente fi celebra* no i diurni mifterij,tutti toccando gli altari con giuram'eto prò mettendo à Dio ottico,& alla Kepublica,che eglino fxraita «0 per eleggere quel Doge,ilqtta!e giudicar anno il più da bes ne,zr più utile di tutti aUa Republica,& che fìa per uftre uer fo di lei maggior carità,maggior uigtlanza,cr con maggio*