SE CO N D 0< XXV fctuo Imperio con quello anello fpofa,à quefle parole ui fi dg giungono dal Patriarca della città certe ccrimome,lequali fi* Hit e, Jcendono nella cbitfa di fa« Nicolò » laquale è neramente molto antica, er fabricata nel proprio lido del mare: donde il 7nare daUe paludi fi fepara. lui fi celebrano i fiacri mifteri, i* quali cd’l debito ordine uenuti à fine,mot dti un’altra uolta in tiaue,cr ritornatià Vinegia,riducono il Prencipe al palagio, C infiememente mangiano.La quarta uolta le uiuande tocca» no à i giouani cittadini,iquali à quindici di Giugno, nel giorno cofecrato à Vito,cr Modefto,et Crefcèiia martiri,i cui corpi fono prejfo il fiume Self, fi come nella fua leggenda fi truoua nel territorio dEboli,terra nel Regno di Napoli affai dilette itole,er fertile di tutte le cofe, che da i quattro elemeti poffo* no effere produtte$ondetcrra,acqu4,aere,er fuoco fu per ar* mescoli folcirne pompa infume co’/ Prencipe fe ne uantio al tc pio di quegli,dqual tempio è fituato di là dal canal grande,il=-quale diuide per mezzo la cittàylqual canale fi cogiunge con un ponte edificato fopra due galee, fecondo la ragione del te= pofacaocbe a far quel camino non fi fpendejfe quafi una nifi* tiità di pajfi. vanno dunque à nifi tare il tempio, flano ad udire i fiacri uffici,or ricondotto finalmente il Prencipe à ca fa, fono, rjceuuti con un neramentefplcndido couito. Cbiamanfi nel co= uito fpejfeuolte danzatori, buffoni, ZX cantori egregij, iquali diano fpajfo à i couitatiimefcolamifi talbora nel mezzo p