LIBRO copi fono edificate nelle lagune certe cdfe ampiffime, lontane tre miglia dalla. Città, uicino lequul i fono certi borti con mol* ta leggiadria ordinati,nelle quali,fe alcuno della plebbe comi darà ad ammalarft » tojlo fi porta con tutta la famiglia. Et quei,che haueuano harnta qualche conuerfatione con l’amia lato,è di mejlier loro, acciò che non infettino gli altri, che la fcino la propria magione,crfè ne uadino à certe altre tafe pu blichefonilmenteà quell’ufo edificate fuor della ciitadi re* gion molto dmerfa dalla primiera : er itti fi fianno rinchiufi per quaranta giorni, er Je fra quello /palio di tempo fiorano fini,fon fatti ritornare alla Città ; er alle domejlicbe flàzt. Haffi aebora gran cura de gli agi di cafa,cr ma) feria, accio cheper contagione di quegli non fi infetti alcuno.Queflo Ma gijlrato anchora prouede che non fi uetida qualche cofa pK* trida, ouero alcuna cofa,cbe poffi offendere alla falute della Città,finalmente ciò con granfollecitudine cura, che molto pu too,er netto fi uiua à Vinegia.Percioche non molto auanti i noflri tempi fu ordinata quefla maniera di prefidenti: er effen do fpeffe fiate auanti mole fiat a la Città dalla peftiUnza, tal mente che quafi tutti talhora per lo auentarfi addojfo alle per fone con tanta forza il furor della peftelczd,lcfciando le prò prieflanze, fe ne ritornauano interra, nondimeno dopo fu impofia quefla cura à queflo nuouo Magijlrato, mai più per largo dono d’iddio quefla Città è fiata grauemeate molefla* ta da morbo di fintile maniera.-quantunque alcuna uolta,il che nella gran frequenta de gli buomini, che d’ogni parte qui fi ragunano,non fi è potuto fchifare,cbe molte cafe no fieno in* fettate: ma per accuratezza di queflo Magiflrato, er pe’l foccorfo prejlatoui da Dio, il male ampiamente non ha pa* Mo