LA RICCHEZZA MOBILIARE IN BASE AI BILANCI DELLE SOCIETÀ’ III e negli «Appalti» (secondo le denominazioni dei gruppi fiscali). Ora, devesi avvertire che, i bassissimi coefficienti di capitalizzazione adottati vogliono ridurre fortemente gli ammontari dei capitali che ne sarebbero risultati, tenendo conto dei redditi derivanti da tali generi di attività. I capitali calcolati investiti nei gruppi « Credito ed affari vari » e « Imprese ed appalti» vogliono soltanto rappresentare rispettivamente, per il gruppo « Credito ed affari vari», i valori dei pegni di metalli preziosi o di altre garanzie di beni nelle mani dei banchieri e degli operatori in affari vari, e dei mobili, e, indirettamente, del supervalore che hanno acquistato i fabbricati nei quali essi operano a cagione degli adattamenti ad uffici bene arredati ; e per il gruppo : « Imprese ed appalti », i valori dei capitali investiti in impianti di privata proprietà, accessori agli impianti per la illuminazione pubblica, in gazometri e fabbriche di gas, in apparecchi di illuminazione. Comunque, non si è inteso includervi nè gli Istituti che esercitano l’assicurazione (i quali possiedono o beni immobiliari, a suo tempo valutati, o titoli di compartecipazioni in imprese di cui solo intanto conviene 1 ilevare i valori in quanto rappresentano beni ; epperò i valori di tali titoli azionari figurano implicitamente nella valutazione diretta nelle categorie di cotesti beni), nè gl’ Istituti, qualsiansi le forme giuridiche, che esercitano il credito, come appare evidente dalla omissione, nella Tav. L, delle Banche (considerate nella Tav. LIV) di cui, fra l’altro, - come del resto è ovvio -, le voci delle attività e delle passività non si saprebbe come metterle d’ accordo con le diverse voci delle attività e delle passività delle società ivi studiate. Qui, per la circostanza che il credito entra nella determinazione della ricchezza-patrimonio, si è stimato opportuno esporre le situazioni dei bilanci societari, per le Banche alla vigilia della guerra (Tav. LVIII) ed a fine 1929 (Tav. LIV) e, di essi, in particolare, le cifre dei depositi a risparmio, e degli assegni che sono praticamente depositi e crediti intestati ai privati.