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CAPITOLO SESTO - SEZIONE PRIMA
giacente in media nell’ anno la giacenza a fine Giugno. Ma, invero,, codesta giacenza concretamente altro non è che la semisomma di tutta la quantità di fieno raccolta nell’ anno, quantità che risulta di cinque tagli (mesi di Maggio a Settembre), i primi due tagli all’ incirca equivalenti, per la quantità di fieno, agli ultimi tre.
     50.	- Nella Tav. VI si sono calcolate le quantità dei prodotti agricoli raccolti in Provincia di Venezia nella media degli anni 1928-29 e, in base ai prezzi d’ origine di essi, se ne è calcolato il valore. È opportuno adesso, facendo qualche ipotesi - che, secondo il carattere della materia comporta, è piuttosto grossolana -, calcolare la giacenza media dell’ anno : come giacenza media si è presa la semisomma dell’ intera quantità trattenuta per consumo dell’ agricoltore nell’anno, o della quantità trattenuta - dei diversi prodotti agricoli - in attesa di smercio, di quei prodotti che consuetamente sono appunto trattenuti per qualche tempo dal produttore. È opportuno escludere dal calcolo quei prodotti di cui la giacenza è, in seguito al raccolto, praticamente irrisoria perchè vengono venduti presso che immediatamente (pesche, frutta, ortaggi), seppure non siano stati già venduti sulla pianta (com’ è, per es., spesso per le pesche), o non sia oggetto di vendita la stessa pianta (alberi del bosco ceduo, misto e d’ alto fusto) coll’ impegno dell’ acquirente anche del taglio degli alberi, o la giacenza è di brevissimo periodo perchè trattasi di prodotti che calano di peso e che si raccolgono alle date più opportune per subire lavorazioni industriali (bietole da zucchero) o appena raccolti devono esse consegnati per obbligo contrattuale (tabacco). Ciò posto, i prodotti di cui consuetamente conviene valutare le giacenze, presso l’agricoltore, per suo esclusivo consumo sono : avena, segala, orzo, uva ; per commercio : saggina ; per consumo e per commercio : frumento, granoturco, fagiuoli, patate (Tav. LXIII).
     51.	- La precedente valutazione delle scorte e delle giacenze di prodotti agrari presso i conduttori dei fondi inferisce un grave colpo alla aspettativa che i capitali investiti nell’industria agraria
-	esclusi, s’intende, quelli stabilmente investiti nel fondo, trai quali si sono poste le scorte vive - si possano ricavare utilmente per via della capitalizzazione dell’ imponibile netto, di codesta industria, corretto a mezzo di un presunto coefficiente di evasione. Accade