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CAPITOLO PRIMO
vinciale delle Imposte di Venezia, anni 1928-30, i terreni degli Enti pubblici sarebbero 1’ 1,106 per cento di tutti i terreni imponibili. Ora, se per escludere dalle precedenti valutazioni i beni pubblici riduciamo le medesime (distintamente tutti i terreni del Catasto Agrario 1928 - valli e stagni da pesca omessi -, Valli e stagni da pesca, Terreni di recente bonifica non compresi nel Catasto Agrario - 4.797 ettari -) appunto di codesto percento, la mia diretta valutazione della ricchezza terriera privata della Provincia si riassume come segue :
Tav. XXII.
Tutti i terreni (valli e stagni da pesca
  omessi)	1.846,498 milioni di lire
Valli e stagni da pesca	23,764 milioni di lire
Terreni di recente bonifica non compresi nel Catasto Agrario	37,952 milioni di lire
La ricchezza terriera privata 1.908,214 milioni di lire
     16.	- Sebbene allo stato attuale il mercato fondiario non possa ritenersi normale, cert’ è che con la precedente valutazione siamo riusciti a risultati più affidanti di quelli a cui conducono le incerte vie indirette (1).
    Il deprezzamento monetario e la conseguente gara negli investimenti di carta moneta in beni reali avevano rialzato i prezzi dei terreni. L’aumento dell’offerta dei terreni per necessità di realizzo e le difficoltà di acquisti per la intervenuta stretta nella massa monetaria in circolazione - attesa conseguenza della nostra stabilizzazione - hanno condotto ad una discesa nei prezzi definitivamente non ancora arrestata.
Un confronto dei risultati della mia ricerca con i risultati di una sommaria inchiesta della Banca Nazionale dell’ Agricoltura sul mercato fondiario in Italia negli anni 1926-27 (2) - in-
    (1)	Soprattutto quando, pur attraverso oscillazioni annuali dovute a condizioni meteoriche, aumenta sensibilmente la produzione agraria unitaria.
    (2)	Cfr. : A. Sacerdote, Ricchezza e reddito privati in Italia, Unitipografica, Pinerolo 1928, Appendice: p. XI e segg.